brand logo 📧 Email: info@deveroconsulenze.eu

Devero Consulenze

Siamo una microimpresa di consulenza il cui fondatore possiede oltre dieci anni di esperienza nella gestione di progetti e nell’eccellenza operativa. Il nostro primo obiettivo è accrescere il valore complessivo generato dalla tua azienda, per poi focalizzarci sull’ottimizzazione dei processi interni, in linea con le tue priorità strategiche. Chi siamo

Offriamo consigli pratici e soluzioni immediate, così che tu possa concentrarti su ciò che conta davvero: i tuoi obiettivi aziendali.

Vuoi migliorare l’operatività aziendale?

Offerte per la gestione/implementazione operativa

  • Eseguo valutazioni approfondite dei processi operativi attraverso sondaggi, osservazioni, analisi della catena del valore e tecniche di controllo degli sprechi.
  • Sviluppo piani di miglioramento attuabili e supervisiono la loro implementazione per migliorare l’efficienza e l’efficacia.
Vuoi migliorare la gestione dei progetti, che siano nuove iniziative o routine?

Offerte per la gestione di progetti

  • Offro competenze su elementi chiave del project management come il project charter, l’analisi degli stakeholder, l’organizzazione delle roadmap e le linee guida per la reportistica.
  • Fornisco supporto su progetti in corso, aiutando i team a ottimizzare le performance e mantenere il focus sugli obiettivi.
Vuoi migliorare la gestione dell’innovazione e del cambiamento?

Supporto al cambiamento, innovazione e problem solving

  • Aiuto le organizzazioni a dare priorità alle iniziative di maggior valore, strutturare gli sforzi e implementare dashboard per un monitoraggio e una comunicazione chiari.
  • Offro supporto strategico per favorire l’innovazione di valore, in linea con gli obiettivi aziendali.
Come lo facciamo
  • Formazione personalizzata: Sviluppo e offro programmi di formazione su misura, adattati alle esigenze e agli obiettivi specifici della tua organizzazione.

  • Mentorship collaborativa da remoto: Organizzo regolari chiamate sincrone per consulenze e fornisco supporto asincrono tramite messaggistica istantanea ed e-mail per un’assistenza continua.

  • Workshop: Pianifico e facilito workshop dedicati a presentazioni, discussioni e sessioni di brainstorming per affrontare sfide e opportunità principali.

  • Sondaggi e Analisi: Progetto, distribuisco e raccolgo sondaggi; analizzo i dati e presento approfondimenti utili per prendere decisioni informate.

  • Ricerca: Conduco ricerche approfondite per supportare i progetti dei clienti, fornire raccomandazioni basate su dati concreti, e garantire che strategie e soluzioni siano basate sulle conoscenze più recenti e sulle migliori pratiche del settore.

  • Rete di collaboratori: Sfrutto una rete di collaboratori in varie discipline per offrire competenze specializzate quando necessario.

In evidenza

Workshop: Applica l’intelligenza artificiale alla tua azienda
Workshop: digitalizza la tua azienda
9 ago 2025

Sottosezioni di Devero Consulenze

Chi siamo

Siamo una microimpresa specializzata in project management, gestione operativa e ottimizzazione dei processi per le PMI, operando con successo tra Italia e Germania.

Perché scegliere Devero? Perché la tua azienda merita il meglio.

Non ci limitiamo a dare consigli. Basandoci su principi chiari e collaudati, ti accompagniamo dalla strategia all’azione, con un approccio concreto e orientato ai risultati.

Cultura del dato: La bussola che guida le nostre decisioni (e le tue).

É difficile gestire o migliorare ciò che non si misura.

Hai mai provato a navigare senza bussola? Ecco, gestire un’azienda senza dati è un po’ la stessa cosa. Noi ti aiutiamo a creare una vera e propria cultura del dato, trasformando i numeri in informazioni preziose per decisioni strategiche vincenti. Passiamo dal semplice “gestire i dati” al “gestire con i dati”, fornendoti la bussola per navigare verso il successo.

Vuoi vedere come funziona nella pratica? Dai un’occhiata ai nostri workshop sull’Intelligenza Artificiale e ai nostri casi studio.

Workshop: come si applica l’intelligenza artificiale alla tua azienda

Caso esempio: digitalizzazione e intelligenza artificiale in piccola azienda installazione impianti elettrici

Misura prima di agire

Misura due volte, taglia una sola

Prima di intraprendere qualsiasi azione, eseguiamo un’analisi quantitativa approfondita. Individuiamo gli indicatori chiave, li monitoriamo nel tempo e adottiamo strategie di miglioramento basate su evidenze reali, non su intuizioni o ipotesi. Come un chirurgo che pianifica meticolosamente un intervento, noi agiamo con precisione e attenzione per garantire il successo della tua azienda.

Scopri come applichiamo questo principio nella digitalizzazione delle aziende.

Caso studio: digitalizzazione

Crescita graduale e sostenibile: Un passo alla volta verso il successo duraturo.

Non si può correre prima di saper camminare

La crescita della tua azienda è un viaggio, non una corsa. Procediamo per gradi, potenziando prima le aree che generano valore e incrementando poi l’efficienza. Otteniamo così miglioramenti tangibili e duraturi, evitando salti nel buio o stravolgimenti insostenibili. Costruiamo insieme un futuro solido e prospero per la tua azienda.

Focalizzazione sulla catena del valore: Massimizzare il valore, minimizzare gli sprechi.

Analizziamo la tua value chain confrontandola con la tua strategia, per concentrarci su ciò che conta davvero per il tuo business. Individuiamo e rafforziamo gli elementi ad alto impatto, ottimizzando i processi per massimizzare il valore aggiunto. Mappiamo i processi, eliminiamo gli sprechi e introduciamo metodi e strumenti efficaci. Come un direttore d’orchestra che coordina ogni strumento, noi armonizziamo le tue risorse per creare una sinfonia di successo.

Dalla strategia all’azione: Trasformiamo le idee in realtà.

Ti affianchiamo nella gestione della roadmap di innovazione, portando a termine i progetti con metodo e determinazione. Trasformiamo la riluttanza al cambiamento in opportunità di crescita. Il nostro obiettivo è “mettere a terra” le idee, rendendole iniziative concrete, misurabili e di successo. Siamo il tuo braccio destro per trasformare la visione in realtà.

Quando non siamo la scelta migliore per voi: L’onestà prima di tutto.

Capita che la nostra offerta non sia la soluzione ideale per tutti, soprattutto se avete già individuato con chiarezza ciò di cui la vostra azienda ha bisogno e quel bisogno è altamente specializzato in un ambito che non è il nostro core business. Ad esempio, la nostra eccellenza risiede principalmente nel project management, dove portiamo in campo esperienza decennale e metodi collaudati. Tuttavia, se la vostra necessità richiede competenze verticali in settori diversi, non possiamo garantire lo stesso livello di specializzazione.

In questi casi, anziché proporci come partner a tutti i costi, preferiamo essere onesti: la soluzione più efficiente per voi potrebbe essere affidarsi a una realtà con un expertise più mirato, in grado di fornirvi un know-how estremamente specifico sin dal primo giorno. Siamo convinti che una trasparenza totale sulla nostra reale capacità di supportarvi nel raggiungimento dei vostri obiettivi sia il primo passo per preservare la fiducia, anche quando questo significa indicarvi una strada diversa dalla nostra.

Pronto a far decollare la tua azienda?

Richiedi una consulenza iniziale GRATUITA con fase di diagnosi inclusa

Sottosezioni di Chi siamo

Il nostro team

Stefano Merlo - Fondatore

myself myself

Stefano è un professionista esperto in gestione di progetti e miglioramento operativo, con oltre ventidue anni di esperienza in ruoli che spaziano da mansioni operative a posizioni di leadership in aziende globali. Si distingue per la capacità di tradurre complessi requisiti aziendali in piani d’azione efficaci e risultati concreti, con un’attenzione particolare alla comunicazione chiara e all’ottimizzazione dei processi.

Durante la sua recente esperienza professionale, Stefano ha gestito e implementato oltre cinquanta progetti globali e multidisciplinari, coinvolgendo teams fino a trenta persone provenienti da tutto il mondo, ottenendo un alto livello di soddisfazione da parte di clienti interni ed esterni. Come Operations Manager, ha supervisionato la produzione e il controllo qualità per clienti di primo livello, contribuendo a significativi miglioramenti nella catena del valore. Questa esperienza pratica, unita a competenze di gestione del cambiamento e problem-solving critico, gli consente di adattarsi rapidamente a contesti aziendali dinamici e di massimizzare l’efficienza.

A supporto del suo percorso professionale, Stefano ha conseguito una laurea in Scienze Politiche presso l’Università Statale di Milano e un Master in Business Administration (MBA) con Distinction presso Warwick Business School, una delle business school più prestigiose e accreditate a livello internazionale. Durante il MBA, ha approfondito temi come strategia, leadership e innovazione, arricchendo la sua solida base accademica con competenze manageriali di alto livello.

Determinato e orientato ai risultati, Stefano eccelle nella comunicazione concisa e nella creazione di sinergie tra team multidisciplinari. La sua spiccata attenzione alla catena del valore gli permette di distinguere chiaramente le attività che generano valore da quelle che producono sprechi, assicurando un approccio strategico ed efficiente.

La sua sensibilità verso la soddisfazione degli altri è una delle qualità che lo rendono particolarmente efficace. Stefano adatta il suo stile di comunicazione e lavoro alle esigenze specifiche di colleghi, clienti e stakeholder, garantendo che tutti comprendano appieno i processi e gli obiettivi condivisi.

Grazie alla sua profonda consapevolezza delle dinamiche organizzative, Stefano affronta con successo problemi complessi e situazioni di cambiamento, promuovendo un clima di lavoro positivo. La sua capacità di mobilitare team e di generare valore sostenibile e duraturo lo rende un partner strategico e affidabile per qualsiasi organizzazione.

9 ago 2025

Blog

Newcleo, investimenti in Francia e disinvestimenti in UK

9 ago 2025

Newcleo ha annunciato un piano di investimenti da 3 miliardi di euro in Francia, e allo stesso tempo sospeso il suo programma di sviluppo di reattori veloci nel Regno Unito.

Riflessioni sul mercato immobiliare italiano

9 ago 2025

Inutilizzo, gentrificazione e prezzi in crisi, troppo alti o troppo bassi.

Distretti di eccellenza | LVMH in Texas

11 apr 2025

Le difficoltà del colosso del lusso LVMH in Texas come caso di tentativo di produzione nazionale di beni a lungo delocalizzati.

Piani urbanistici come assicurazioni contro le svalutazioni

9 apr 2025

I rischi legati all'acquisto di una casa e mitigazione degli stessi attraverso i piani urbanistici.

I pregiudizi di conferma e gli economisti rispettabili

7 apr 2025

Per persuadere non basta dire che un'idea non è "rispettabile". Serve un confronto sui dati e sulla logica, oltre i pregiudizi.

Materie prime critiche

26 mar 2025

Presentati i progetti europei per essere più indipendenti sulle materie prime critiche

Pregiudizio di conferma e marketing

4 mar 2025

L'impatto del pregiudizio di conferma sul marketing delle piccole imprese manifatturiere

Nucleare in Italia: aggiornamento

21 feb 2025

Il nucleare è tornato al centro del dibattito pubblico in Italia, e non solo.

Henry Ford e gestione del personale

16 feb 2025

Il suo approccio radicale alla gestione del personale.

Fattore umano nell'industria edile

8 feb 2025

Crescita dell'industria tra bassa produttività e carenza di manodopera.

Intelligenza Artificiale e Cybersecurity

6 feb 2025

Sinergie e sfide che emergono dall'integrazione dell'Intelligenza Artificiale in azienda.

EU AI Act

31 gen 2025

Il Regolamento Europeo sull'Intelligenza Artificiale.

Family Business Sustainability Summit

23 gen 2025

Le imprese familiari italiane: opportunità e sfide per affrontare la transizione sostenibile e digitale.

AI nella pubblica amministrazione britannica

22 gen 2025

Un piano ambizioso per utilizzare l'IA per modernizzare i servizi pubblici

World Economic Forum - Global Cybersecurity Outlook 2025

13 gen 2025

Approfondimenti dal rapporto Global Cybersecurity Outlook 2025 del World Economic Forum.

Kotter e innovazione nell'agribusiness

8 lug 2024

Come una azienda agricola nel Nord Italia possa abbracciare un cambiamento trasformativo automatizzando i processi di irrorazione di pesticidi e raccolta utilizzando il modello in 8 fasi per il cambiamento di Kotter

Ricerca Mindsait su AI in Italia

3 dic 2024

La ricerca di Mindsait analizza il grado di adozione delle nuove tecnologie da parte delle aziende italiane.

Intervista a Corrado La Forgia su Transizione 5.0

28 dic 2024

Un punto di vista critico sul rischio che il piano possa non raggiungere gli obiettivi previsti

Smart Industry Readiness Index (SIRI)

23 dic 2024

Un framework strutturato che aiuta le aziende a valutare il loro livello di maturità digitale e identificare passi pratici per il miglioramento.

Sottosezioni di Blog

Stefano Merlo 9 ago 2025

Il futuro di Newcleo: un focus sugli investimenti in Francia

Newcleo1 ha annunciato un piano di investimenti da 3 miliardi di euro in Francia2, contemporaneamente alla sospensione del programma di sviluppo di reattori veloci nel Regno Unito3

La scelta strategica di ridurre notevolmente la presenza in UK è stata motivata4 dalla mancanza di supporto governativo britannico e dall’indisponibilità di plutonio per il riciclo del combustibile, un elemento chiave per la società.

La Francia è diventata quindi il fulcro della strategia aziendale, dove Newcleo sta concentrando le sue energie per lo sviluppo e la realizzazione dei suoi ambiziosi progetti. Gli obiettivi per il 2030 sono considerati ottimistici dagli addetti ai lavori, a causa delle difficoltà, e delle tempistiche serrate, nello sviluppo della tecnologia di raffreddamento al piombo e riciclo delle scorie.

È notevole il recente accordo con il governo italiano5 sul Centro Ricerche Enea del Brasimone, sull’Appennino tosco-emiliano. Lì Newcleo intende costruire un simulatore elettrico di un reattore nucleare a piombo liquido che non userà combustibile radioattivo, con l’obiettivo di studiarne le prestazioni meccaniche e termodinamiche.

Secondo la revisione di Pwc sul bilancio del 2024, Newcleo ha mostrato una crescita dei ricavi a 70 milioni di euro, grazie a recenti acquisizioni strategiche. A fronte di una perdita di 110 milioni e costi che ammontano a 13 milioni al mese, i revisori hanno sottolineato l’importanza di un nuovo apporto di capitale6 per sostenere la crescita futura. In questo scenario, la recente decisione di spostare il quartier generale da Londra a Parigi7, motivata dal più ampio accesso ad investitori, rafforza l’impegno di Newcleo verso il suo nuovo centro operativo.

L’idea alla base di Newcleo è potenzialmente rivoluzionaria. Il suo successo dipenderà dalla capacità di attrarre nuovi investitori, pronti a scommettere sul futuro del nucleare di quarta generazione in un contesto che premia la collaborazione e una visione a lungo termine.

Stefano Merlo 9 ago 2025

Riflessioni sul mercato immobiliare italiano

Il mercato immobiliare italiano è un argomento complesso e spesso polarizzante. I prezzi che salgono rendono difficile per molti l’acquisto o l’affitto di una casa, mentre i prezzi che scendono preoccupano i proprietari, per i quali la casa rappresenta l’investimento più importante. Di seguito, qualche dato e qualche possibile chiave di lettura del fenomeno.

Un paese di proprietari con molte case vuote

Un dato significativo è che il 75.2% delle famiglie italiane vive in una casa di proprietà1. Allo stesso tempo, un altro dato OECD rivela che l’Italia ha 598 case ogni mille abitanti, 28% in eccesso della media OECD2 e il valore più alto in Europa, con quasi un’abitazione su tre (in totale più 9,5 milioni di unità) non occupata3. Questa situazione di sovrabbondanza di immobili non si traduce in un’ampia disponibilità sul mercato, poiché molti proprietari evitano di affittare le proprie case per paura di morosità o preferiscono mantenerle come investimento o eredità per i figli4.

I due lati della stessa medaglia: le città in crescita e quelle in declino

Le dinamiche dei prezzi immobiliari variano drasticamente a seconda del contesto. A Milano, negli ultimi cinque anni i prezzi sono aumentati del 43,2%, contro una media delle metropoli dell’8,8%5. Questo fenomeno è guidato da una domanda in costante crescita, alimentata da un’intensa migrazione di nuovi residenti e da investimenti, inclusi quelli nel settore degli affitti brevi tramite piattaforme come Airbnb, che contribuiscono a una rapida trasformazione socio-demografica. Basti pensare che un aumento dell'1% degli annunci su Airbnb è associato a un aumento del 6,7% dei prezzi di vendita delle case, e del 5,7% degli affitti6.

Questo squilibrio tra domanda e offerta genera una “gentrificazione” di alcune zone urbane: intere aree diventano inaccessibili per studenti, giovani e pensionati, che sono costretti a spostarsi in zone periferiche o a rinunciare del tutto a trasferirsi in città. Questo processo ha conseguenze su molti altri aspetti della vita urbana, dai servizi pubblici e privati (esempio, insegnanti e infermieri che non riescono a permettersi l’affitto) alla gestione dei trasporti.

In contrapposizione, nella maggior parte del Paese e in città come Roma, i prezzi delle case sono scesi, in un fenomeno di crisi che coinvolge intere aree7. Le difficoltà nel vendere immobili, o la necessità di farlo a prezzi inferiori rispetto all’acquisto, creano una situazione di perdita di valore del patrimonio immobiliare, penalizzando i proprietari e l’economia locale.

La legge economica della domanda e dell’offerta

Alla base di queste dinamiche, vi è la legge economica fondamentale della domanda e dell’offerta. Quando la domanda di case supera di gran lunga l’offerta, i prezzi salgono a causa della competizione tra acquirenti. Al contrario, un eccesso di offerta e una scarsa domanda portano i prezzi a scendere.

Intervenire per risolvere questi problemi è complesso. Le soluzioni richiedono un approccio integrato che coinvolga enti locali e nazionali. È necessario incentivare la messa a disposizione degli immobili sfitti, promuovere la costruzione di nuove abitazioni (poiché l’Italia è agli ultimi posti in Europa per nuove case costruite in rapporto alla popolazione (tra il 2010 e il 2023 il numero dei nuovi permessi di costruire e’ sceso del 50%1) e implementare politiche di sostegno per garantire un’offerta di alloggi più equa e accessibile. Solo così si potrà affrontare la crisi immobiliare in tutte le sue sfaccettature.


  1. European Union. (2024). Housing in Europe – 2024 edition. doi:10.2785/5544429. https://ec.europa.eu/eurostat/web/interactive-publications/housing-2024 ↩︎ ↩︎

  2. OECD Directorate of Employment, Labour and Social Affairs - Social Policy Division. (2025). OECD Affordable Housing Database (AHD). https://www.oecd.org/content/oecd/en/data/datasets/oecd-affordable-housing-database.html ↩︎

  3. ISTAT. (2024). Today abitazioni. https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/08/Today-Abitazioni_01_08-2024.pdf ↩︎

  4. Nomisma. (2025). II Edizione Osservatorio Affitti: il mercato della locazione in Italia | Anno 2024. https://www.nomisma.it/press-area/ii-edizione-osservatorio-affitti-il-mercato-della-locazione-in-italia-anno-2024/ ↩︎

  5. Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa. (2023). Mercato immobiliare milano ultimi 5 anni. https://news.tecnocasagroup.it/ufficio-stampa/comunicati-stampa/mercato-immobiliare-locale/mercato-immobiliare-milano-ultimi-5-anni/ ↩︎

  6. Think-Tank Tortuga. (2023). Airbnb e il mercato immobiliare italiano. https://www.tortuga-econ.it/wp-content/uploads/2023/07/AIRBNB_2023_merged-1.pdf ↩︎

  7. Eurostat. (2025). House price index, deflated - annual data. https://doi.org/10.2908/TIPSHO10 ↩︎

Stefano Merlo 11 apr 2025

I distretti di eccellenza, e l'impianto LVMH in Texas

Per le nazioni occidentali, smantellare le catene di approvvigionamento globali, e riavviare la produzione nazionale di beni a lungo delocalizzati, è incredibilmente difficile da realizzare nel breve termine e porterebbe quasi certamente a un massiccio aumento dei prezzi al consumo. Le recenti difficoltà del colosso del lusso LVMH in Texas ne offrono un esempio.

Nel 2019, il CEO di LVMH Bernard Arnault, insieme all’allora presidente Donald Trump, inaugurò una nuova fabbrica Louis Vuitton in un ranch ad Alvarado, Texas. L’impianto, denominato “Rochambeau”, era destinato a produrre le iconiche borse, spesso vendute al dettaglio a partire da 1.500 dollari, recanti l’ambita etichetta “Made in USA”. Secondo un recente rapporto di Reuters1 che cita ex dipendenti e fonti del settore, lo stabilimento texano sarebbe diventato uno degli impianti Louis Vuitton con le peggiori prestazioni a livello globale, afflitto da problemi di produzione. Una sfida principale risiede nel trovare e formare lavoratori capaci di soddisfare gli esigenti standard artigianali del marchio. Le fonti hanno descritto difficoltà anche nella produzione di componenti più semplici, uno spreco significativo di materiali (secondo quanto riferito, fino al 40% delle pelli, il doppio della norma del settore) e pressioni che hanno portato i supervisori a nascondere i difetti con metodi non in linea con i protocolli. Le borse mal realizzate e ritenute inadatte alla vendita sarebbero state triturate e incenerite. Ciò evidenzia la difficoltà fondamentale di replicare un processo produttivo specializzato e ad alta qualificazione in una regione priva di un ecosistema radicato per esso, anche per un’azienda con le risorse di LVMH. Il salario iniziale riportato di 17 dollari l’ora nel 2024, sebbene ben al di sopra del minimo salariale del Texas, riflette probabilmente il disallineamento tra le aspettative retributive e il livello di maestria richiesto per una borsa da oltre 2.000 dollari, complicando ulteriormente il reclutamento e la fidelizzazione. Nonostante questi problemi, LVMH prevede di consolidare ulteriormente in Texas, mirando a chiudere un laboratorio californiano entro il 2028, sebbene convincere i lavoratori qualificati a trasferirsi si sia rivelato difficile.

La logica iniziale dietro l’impresa texana2 era strategicamente valida sulla carta. Gli Stati Uniti sono un mercato critico e in crescita per LVMH. Produrre a livello nazionale offriva vantaggi come evitare potenziali dazi all’importazione e, soprattutto, consentire una risposta più rapida e agile alla domanda dei consumatori americani, riducendo i tempi di consegna e i costi logistici rispetto alla spedizione dagli atelier europei. Il Texas è stato scelto per la sua posizione centrale, la sua storia nella lavorazione della pelle, e le agevolazioni fiscali. LVMH prevedeva di creare 1.000 posti di lavoro, in linea con la narrativa politica di rivitalizzare la produzione statunitense. L’aspettativa era che i lavoratori americani potessero essere formati per replicare la qualità affinata nel corso di decenni nei tradizionali laboratori Louis Vuitton in Francia, Spagna e Italia. Tuttavia, il divario tra questa aspettativa e le difficoltà operative riportate sottolinea le complessità coinvolte.

Questa sfida è spiegata, in parte, dal concetto di cluster industriali, ampiamente studiato da Michael E. Porter3. Porter sostiene che, nonostante la globalizzazione, la localizzazione rimane critica. L’attività economica spesso si concentra in “cluster”: aree geografiche in cui aziende interconnesse, fornitori specializzati, fornitori di servizi e istituzioni associate (come università o centri di formazione) creano un ambiente competitivo unico. Questi cluster favoriscono un’elevata produttività, guidano l’innovazione attraverso la conoscenza condivisa e la concorrenza e stimolano la formazione di nuove imprese. I vantaggi derivano dalla prossimità: accesso più facile a input e competenze specializzate, relazioni più profonde, flusso di informazioni più rapido e forti incentivi locali. Questo profondo bacino di conoscenze specialistiche, manodopera qualificata e supporto istituzionale, spesso costruito nel corso di generazioni, è precisamente ciò che esiste nei distretti manifatturieri di fascia alta consolidati (molti ora in Asia orientale, così come nei centri europei tradizionali) ed è incredibilmente difficile – e richiede tempo – da replicare da zero altrove.

A complicare la sfida di costruire competenze specifiche per i beni di lusso c’è un problema più ampio e sistemico negli Stati Uniti: un persistente divario di competenze nel settore manifatturiero. Secondo studi4 di Deloitte e The Manufacturing Institute (il partner per lo sviluppo della forza lavoro della National Association of Manufacturers, NAM), gli Stati Uniti potrebbero affrontare una carenza di 2,1 milioni di lavoratori manifatturieri entro il 2030, costando potenzialmente all’economia 1 trilione di dollari solo in quell’anno. Anche prima della pandemia, i produttori lamentavano difficoltà nel trovare manodopera qualificata. Oggi, nonostante una disoccupazione più elevata rispetto al 2018, trovare il talento giusto è stimato essere il 36% più difficile. I dirigenti faticano a ricoprire persino posizioni produttive entry-level, per non parlare di ruoli specializzati che richiedono competenze avanzate. Questa carenza deriva da un mix di fattori, tra cui un divario di percezione riguardo alle carriere manifatturiere moderne e una mancanza di lavoratori con le necessarie competenze tecniche. L’esperienza di LVMH in Texas funge da microcosmo delle sfide più ampie che affrontano le economie occidentali che mirano a rilocalizzare la produzione (reshoring). Dimostra che anche marchi ben finanziati e riconosciuti a livello globale faticano a stabilire rapidamente una produzione di alta qualità in nuove località prive di cluster industriali consolidati e che affrontano un mercato del lavoro qualificato ristretto.

Il reshoring della produzione complessa non è una soluzione rapida e non sarà economico. Le difficoltà nel raggiungere qualità ed efficienza, unite ai costi del lavoro occidentali significativamente più alti (anche 17 dollari l’ora sono molto al di sopra dei salari in molti centri manifatturieri asiatici consolidati, ma potenzialmente insufficienti per competenze di livello lusso negli Stati Uniti), puntano inevitabilmente verso costi di produzione più elevati. Questi costi, derivanti da investimenti in formazione, minore produttività iniziale, spreco di materiali e salari, verrebbero alla fine trasferiti ai consumatori, portando a un massiccio aumento dei prezzi per beni attualmente prodotti in modo più efficiente altrove. Sebbene il reshoring strategico per industrie critiche possa essere necessario, l’idea di un’inversione totale della globalizzazione senza un significativo dolore economico e un sostanziale investimento a lungo termine in competenze e infrastrutture rimane, per ora, in gran parte utopico.

Bibliografia


  1. Hummerl, T. and Cunningham, W. (2025, April 10). LVMH finds making Louis Vuitton bags messy in Texas. Reuters. Retrieved from https://www.reuters.com/business/retail-consumer/lvmh-finds-making-louis-vuitton-bags-messy-texas-2025-04-10/↩︎

  2. Bain, M. (2019, October 18). Why Louis Vuitton opened a factory on a ranch in Texas. Quartz. Retrieved from https://qz.com/1730894/trump-praises-louis-vuitton-for-opening-a-factory-in-texas↩︎

  3. Porter, M. E. (2000). Location, Competition, and Economic Development: Local Clusters in a Global Economy. Economic Development Quarterly, 14(1), 15-34. https://doi.org/10.1177/089124240001400105 (Original work published 2000) ↩︎

  4. National Association of Manufacturers (NAM) News Room (2021, May 4). 2.1 Million Manufacturing Jobs Could Go Unfilled by 2030. NAM. Retrieved from https://nam.org/2-1-million-manufacturing-jobs-could-go-unfilled-by-2030-13743/↩︎

Stefano Merlo 9 apr 2025

I piani urbanistici come assicurazioni contro le svalutazioni nel lungo periodo

Molto interessante, in Abundance1, come vengono analizzati i rischi legati all’acquisto di una casa e come questi vengano spesso mitigati, dal pubblico,attraverso i piani urbanistici.

Gli autori citano un passaggio di Fischel2, osservando che l’acquisto di una casa equivale a investire i propri risparmi di una vita in un’unica azienda non diversificata, altamente vulnerabile ai rischi locali come i cambiamenti del quartiere o le mutevoli politiche municipali: una pratica finanziaria che, presentata così, avrebbe ben poco seguito.

Suggeriscono poi che le politiche pubbliche, in particolare i regolamenti e piani urbanistici, si siano evolute per mitigare questi rischi. Queste norme – come i comuni regolamenti locali che impongono dimensioni minime dei lotti, impediscono la costruzione di edifici plurifamiliari o di edilizia popolare, e richiedono ampi parcheggi – non sono semplicemente arbitrarie, secondo questa prospettiva.

Piuttosto, servono a proteggere il carattere esistente e, aspetto cruciale, i valori immobiliari di un’area. Agiscono come un cuscinetto contro i cambiamenti che potrebbero avere un impatto negativo sull’ingente e illiquido investimento del proprietario di casa.

Limitando lo sviluppo edilizio e mantenendo lo status quo viene fornita efficacemente una forma di assicurazione per i proprietari di casa. Questo uso delle strutture burocratiche per salvaguardare gli investimenti esistenti riecheggia discussioni più ampie su come tali pratiche possano preservare la ricchezza, in particolare tra i gruppi consolidati3.


  1. Klein, Ezra and Thompson, Derek (2025). Abundance, Avid Reader Press / Simon & Schuster. ↩︎

  2. Fischel, William A. (2015). Zoning Rules!: The Economics of Land Use Regulation, Lincoln Institute of Land Policy. ↩︎

  3. Shiffer-Sebba, D. (2025). Keeping the Family Fortune: How Bureaucratic Practices Preserve Elite Multigenerational Wealth. American Sociological Review, 90(2), 291-317. https://doi.org/10.1177/00031224251319001 (Original work published 2025) ↩︎

Stefano Merlo 7 apr 2025

I pregiudizi di conferma e gli economisti rispettabili

Immagina di vedere qualcuno usare una padella per piantare chiodi nel muro. Gli dici: “Nessuna persona seria farebbe così”.

Questo modo di parlare non persuade. Se il loro metodo funziona per i pochi chiodi di cui hanno bisogno e nulla sembra andare storto, limitarsi a dire che non è ‘serio’ non dà loro alcuna vera ragione per cambiare. Perdi l’occasione di spiegare i vantaggi reali di un martello che contano per tutti – più veloce, più sicuro a lungo termine, evita danni. Queste sono ragioni migliori che parlare semplicemente di essere ‘seri’.

Vedo questo stesso problema quando si discute di economia. Quando si afferma: “Nessun economista rispettabile sosterrebbe queste politiche”, è come il commento sulla padella. Questo tipo di affermazione non raggiunge le persone a cui è rivolta, perché le persone che sostengono quelle politiche probabilmente non si curano dell’idea di ‘rispettabile’ di quel particolare gruppo. Quindi, la critica diventa per loro rumore privo di significato. Questo approccio costruisce muri tra gruppi (le cosiddette “camere di risonanza”) invece di aiutare la comprensione o permettere che si mettano in discussione politiche potenzialmente errate. Impedisce a persone con idee diverse di parlarsi, il che è necessario per verificare i nostri pregiudizi (vedi pregiudizi di conferma).

Invece di concentrare le argomentazioni su ciò che gli esperti ‘rispettabili’ approvano, la vera sfida dovrebbe essere cercare idee o critiche così fondamentali, basate su prove evidenti a tutte le parti, o sulla logica (anch’essa, evidente, più che corretta), che persino gli economisti con opinioni molto diverse o meno ‘rispettate’ dovrebbero ammettere che sono valide, o almeno discuterle seriamente. Trovare questo terreno comune, o punti di disaccordo che tutti riconoscono, sembra molto più produttivo che fare affidamento sull’etichetta di ‘rispettabilità’, che è spesso soggettiva e usata per escludere le persone.

Stefano Merlo 26 mar 2025

Materie prime critiche

La Commissione Europea ha annunciato una lista di 47 progetti strategici per ridurre la dipendenza dell’Unione dalle importazioni di materie prime critiche, in particolare dalla Cina.

Questi materiali, tra cui litio, cobalto e nichel, sono essenziali per l’industria tecnologica, militare, aerospaziale e per la transizione ecologica. L’iniziativa rientra nell’attuazione del Critical Raw Materials Act (CRMA) approvato nel 2024, che stabilisce l’obiettivo di soddisfare almeno il 10% della domanda di estrazione, il 40% della lavorazione e il 25% del riciclo entro il 2030. Il piano prevede un investimento complessivo di 22,5 miliardi di euro e una significativa riduzione dei tempi burocratici per l’approvazione dei progetti: massimo 27 mesi per le miniere e 15 mesi per gli altri impianti.

Tra i 47 progetti selezionati, quattro riguardano l’Italia e sono focalizzati esclusivamente sul riciclo delle materie prime critiche. Il più grande, con un investimento tra i 350 e i 400 milioni di euro, è quello di Glencore a Portovesme (Sardegna), che convertirà parte del suo impianto per il riciclo delle batterie esauste e il recupero di materiali preziosi. Solvay, multinazionale belga, userà il suo stabilimento chimico di Rosignano (Toscana) per estrarre palladio dalle marmitte catalitiche. A Frosinone, Itelyum Regeneration si occuperà del riciclo dei rifiuti elettronici, mentre Circular Materials, con sede a Padova, svilupperà un impianto per recuperare nichel, rame e platino dagli scarti liquidi industriali.

Questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso un’Europa più autonoma e resiliente nel settore delle materie prime critiche. La riduzione della dipendenza dalle importazioni mitiga i rischi legati alle instabilità geopolitiche e rafforza la sicurezza economica dell’UE. Inoltre, il focus sul riciclo in Italia evidenzia un impegno concreto verso la sostenibilità ambientale, riducendo la necessità di nuove estrazioni. Con il supporto finanziario e regolatorio della Commissione, questi progetti potranno accelerare la transizione verso una catena di approvvigionamento più sicura ed efficiente per l’industria europea.

Stefano Merlo 4 mar 2025

Il pregiudizio di conferma: un ostacolo per il marketing delle piccole imprese manifatturiere

Le piccole imprese manifatturiere spesso operano con risorse limitate e margini di profitto ridotti. Un marketing efficace è essenziale per la sopravvivenza e la crescita. Tuttavia, un pregiudizio cognitivo diffuso, il pregiudizio di conferma, mina frequentemente i loro sforzi di marketing, portando a opportunità mancate, spreco di risorse e, in definitiva, stagnazione.

Cos’è il pregiudizio di conferma?

Il pregiudizio di conferma è la tendenza a cercare, interpretare, favorire e ricordare informazioni che confermano o supportano le proprie convinzioni o valori preesistenti. È un’inclinazione umana naturale, ma nel mondo degli affari, in particolare nel marketing, può essere una forza devastante. Questo articolo esplora i modi specifici in cui il pregiudizio di conferma influenza negativamente le attività di marketing delle piccole imprese manifatturiere, evidenziando le insidie e offrendo potenziali soluzioni.

Distorsioni nella ricerca di mercato e nella comprensione del cliente:

Le piccole imprese manifatturiere spesso operano in mercati di nicchia, sviluppando una forte conoscenza della propria clientela. Questa familiarità, tuttavia, può generare compiacimento e riluttanza a mettere in discussione le ipotesi esistenti. Il pregiudizio di conferma si manifesta in:

  • Raccolta selettiva dei dati: Invece di condurre una ricerca di mercato completa, i manager potrebbero concentrarsi su dati che rafforzano le loro convinzioni preesistenti sul pubblico di destinazione.
  • Interpretazione errata del feedback: Anche quando viene presentato un feedback diversificato dai clienti, i manager potrebbero interpretarlo selettivamente per adattarlo alla loro narrativa esistente.
  • Ignorare le tendenze emergenti: Il panorama manifatturiero è in continua evoluzione, con nuove tecnologie, preferenze dei consumatori e pressioni competitive che emergono regolarmente. Il pregiudizio di conferma può rendere i manager ciechi a questi cambiamenti.

Posizionamento del prodotto e messaggi inefficaci:

Il pregiudizio di conferma può ostacolare gravemente la capacità di un’azienda di posizionare efficacemente i propri prodotti e creare messaggi di marketing convincenti. Questo accade attraverso:

  • Marketing a “effetto eco”: I manager potrebbero fare affidamento sulle proprie percezioni interne e sulle opinioni di colleghi o clienti di lunga data che la pensano allo stesso modo, creando una camera di risonanza che rafforza le loro convinzioni esistenti sulla proposta di valore del prodotto.
  • Persistere con messaggi familiari: Se un particolare messaggio di marketing ha avuto successo in passato, i manager potrebbero essere riluttanti a cambiarlo, anche se le condizioni di mercato sono cambiate.
  • Trascurare l’analisi della concorrenza: Il pregiudizio di conferma può portare a una visione distorta del panorama competitivo.

Allocazione inefficiente delle risorse e della spesa di marketing:

Le risorse limitate sono una sfida costante per le piccole imprese manifatturiere. Il pregiudizio di conferma può portare a un’allocazione inefficiente dei budget di marketing, con conseguente spreco di risorse e opportunità mancate.

  • Investire in canali familiari: I manager potrebbero continuare a investire in canali di marketing che hanno avuto successo in passato, anche se non sono più efficaci.
  • Eccessivo affidamento sulle reti personali: Le piccole imprese manifatturiere spesso si affidano solamente alle reti personali e al passaparola, senza esplorare alternative.
  • Ignorare le informazioni basate sui dati: Nell’era digitale di oggi, l’analisi dei dati fornisce informazioni preziose sul comportamento dei clienti e sulle prestazioni di marketing.

Innovazione e adattamento ostacolati:

In un mercato in rapida evoluzione, l’innovazione e l’adattamento sono cruciali per la sopravvivenza. Il pregiudizio di conferma può soffocare questi processi critici.

  • Resistenza alle nuove idee: I manager che sono fortemente legati alle loro convinzioni possono essere resistenti alle nuove idee o suggerimenti.
  • Paura del cambiamento: Il pregiudizio di conferma può creare paura del cambiamento.
  • Creatività dei dipendenti soffocata: Quando i manager sono resistenti alle nuove idee, la creatività e l’innovazione dei dipendenti possono essere soffocate.

Combattere il pregiudizio di conferma:

Superare il pregiudizio di conferma è un processo continuo che richiede uno sforzo consapevole e un impegno al pensiero critico. Ecco alcune strategie che le piccole imprese manifatturiere possono implementare:

  • Adottare un processo decisionale basato sui dati: Fare affidamento su dati oggettivi e analisi per informare le decisioni di marketing.
  • Cercare prospettive diverse: Incoraggiare il feedback da una vasta gamma di fonti.
  • Condurre ricerche di mercato regolari: Rimanere informati sulle tendenze emergenti, sulle preferenze dei clienti e sulle attività della concorrenza.
  • Sperimentare e iterare: Adottare una cultura di sperimentazione e miglioramento continuo.
  • Promuovere una cultura di comunicazione aperta: Incoraggiare una comunicazione aperta e onesta all’interno dell’organizzazione.
  • Implementare test ciechi: Quando possibile, condurre test ciechi per valutare i materiali di marketing o le caratteristiche del prodotto.
  • Assumere consulenti esterni: Coinvolgere consulenti esterni con esperienza in marketing e ricerca di mercato.
  • Sviluppare capacità di pensiero critico: Investire in programmi di formazione e sviluppo che si concentrano sul pensiero critico e sulle capacità decisionali.

Riconoscendo la presenza del pregiudizio di conferma e lavorando attivamente per mitigarne gli effetti, le piccole imprese manifatturiere possono migliorare l’efficacia del loro marketing, aumentare la loro competitività e raggiungere una crescita sostenibile. In un mondo in continuo cambiamento, la capacità di mettere in discussione le ipotesi e adattarsi alle nuove realtà non è solo un vantaggio, ma una necessità.

Stefano Merlo 21 feb 2025

Il nucleare in Italia: un'opportunità per il futuro energetico del paese

Il nucleare è tornato al centro del dibattito pubblico in Italia, e non solo. La crescente domanda di energia, la necessità di decarbonizzare il sistema produttivo e le sfide geopolitiche legate alle fonti fossili hanno spinto molti Paesi a rivalutare questa fonte di energia. Anche in Italia, dopo il referendum del 1987 che ne sancì l’abbandono, si assiste a un crescente interesse per il nucleare, alimentato da diverse realtà industriali e politiche.

Le ultime notizie:

A febbraio 2025, Confindustria ha organizzato un convegno a Roma per rilanciare il rapporto sul nucleare dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE). L’evento ha visto la partecipazione di importanti figure del mondo industriale e politico, tra cui Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’Energia, e Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica1.

Durante il convegno, Aurelio Regina ha sottolineato l’importanza del nucleare per la transizione energetica e per mantenere la competitività dell’industria italiana. “Se vogliamo mantenere la nostra vocazione industriale e procedere nel contempo nella transizione energetica l’energia nucleare è un’opzione ineludibile.”1

Il Ministro Pichetto Fratin ha espresso un’apertura verso il nucleare, affermando che “«Il disegno di legge delega sul nucleare è pronto e andrà in un prossimo consiglio dei ministri, mi auguro che possa essere approvato per l’autunno. Nel frattempo stiamo lavorando con il ministero dell’Economia sul decreto bollette. È possibile che arrivino insieme. Sulle coperture dobbiamo verificare con il ministero dell’Economia, lo stanno facendo, vedremo nei prossimi giorni. Il mio impegno è creare le condizioni per dare risposte alle esigenze del paese”.1

Il nucleare nel contesto europeo:

A livello europeo, il nucleare sta vivendo una fase di forte sviluppo. La Commissione Europea ha incluso l’energia nucleare nella Tassonomia verde, riconoscendone il ruolo nella lotta al cambiamento climatico. Diversi Paesi europei, tra cui Francia e Svezia, stanno investendo in nuove tecnologie nucleari, come i reattori modulari di piccole dimensioni (SMR) e i reattori veloci.2

Il Rapporto Draghi

Il Rapporto Draghi sulla competitività europea, pubblicato a settembre 2024, sottolinea l’importanza di un’energia a prezzi competitivi per la crescita economica dell’Unione Europea. Il rapporto evidenzia come il costo dell’energia in Europa sia significativamente più alto rispetto ad altre regioni del mondo, come gli Stati Uniti e la Cina. Questo gap di competitività è dovuto a diversi fattori, tra cui la dipendenza dalle importazioni di gas naturale, l’esposizione ai mercati spot e la volatilità dei prezzi. Il Rapporto Draghi non si esprime esplicitamente a favore del nucleare, ma sottolinea la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico e di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili.3

I vantaggi del nucleare

L’energia nucleare offre diversi benefici rispetto ad altre fonti energetiche. Dal punto di vista ambientale, le centrali nucleari si distinguono per il loro basso impatto, in quanto non emettono gas serra durante il funzionamento, contribuendo così attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico. Presentano inoltre un’elevata efficienza energetica, essendo capaci di generare ingenti quantità di elettricità utilizzando una quantità relativamente modesta di combustibile. Un altro punto di forza è l’affidabilità: le centrali possono operare ininterrottamente, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, assicurando una fornitura di energia costante e stabile. Infine, la sicurezza è un aspetto fondamentale, con impianti progettati e gestiti secondo rigorosi standard internazionali per minimizzare i rischi di incidenti.

Le sfide del nucleare

Nonostante i vantaggi, l’adozione del nucleare comporta anche sfide significative. I costi di costruzione di una centrale nucleare sono notevoli e richiedono investimenti ingenti, oltre a tempi di realizzazione lunghi. La gestione dei rifiuti radioattivi prodotti rappresenta un’altra questione complessa, poiché le scorie necessitano di essere trattate, stoccate e smaltite in condizioni di massima sicurezza per periodi molto lunghi. Infine, l’accettazione sociale del nucleare è spesso un ostacolo, con l’opinione pubblica frequentemente divisa a causa di preoccupazioni legate alla sicurezza degli impianti e all’impatto ambientale a lungo termine, specialmente in relazione allo smaltimento delle scorie.

Il futuro del nucleare in Italia

Il futuro del nucleare in Italia è ancora incerto. Nonostante il crescente interesse da parte di alcuni settori, l’opinione pubblica rimane divisa e il quadro politico non è ancora del tutto favorevole a un ritorno a questa fonte di energia. Tuttavia, le sfide energetiche e ambientali che il Paese deve affrontare potrebbero spingere a riconsiderare il ruolo del nucleare nel mix energetico nazionale.

L’Italia ha una lunga storia di ricerca e sviluppo nel settore nucleare. Negli anni ‘60 e ‘70, il Paese ha costruito e gestito diverse centrali nucleari, ma il referendum del 1987 ha portato alla loro chiusura. Oggi, l’Italia partecipa a progetti di ricerca e sviluppo in ambito nucleare a livello europeo e internazionale.4

Le nuove tecnologie nucleari, come gli SMR, offrono la possibilità di costruire centrali più piccole, sicure ed economiche rispetto a quelle tradizionali. Queste tecnologie potrebbero rappresentare una soluzione per l’Italia, consentendo di produrre energia pulita e affidabile senza i rischi e gli elevati costi di investimento delle centrali di grandi dimensioni.5

Conclusioni

Il nucleare è una fonte di energia controversa, ma che presenta indubbi vantaggi in termini di decarbonizzazione, efficienza e affidabilità. L’Italia, pur avendo abbandonato il nucleare nel 1987, sta assistendo a un rinnovato interesse per questa fonte di energia, alimentato dalle sfide energetiche e ambientali che il Paese deve affrontare. Il futuro del nucleare in Italia dipenderà dalla capacità di superare le sfide legate ai costi, alla gestione dei rifiuti e all’accettazione sociale.

Un dibattito pubblico informato e trasparente sul tema è fondamentale per superare le resistenze e le paure legate al nucleare. L’Italia ha le competenze e le tecnologie per tornare a essere un Paese leader nel settore nucleare, contribuendo alla transizione energetica e alla crescita economica del Paese.


  1. Picchio N. (2024, 21 febbraio). Le imprese: nucleare unica via per industria e transizione. Il Sole 24 Ore, 5. ↩︎ ↩︎ ↩︎

  2. IEA (2025), The Path to a New Era for Nuclear Energy, IEA, Paris https://www.iea.org/reports/the-path-to-a-new-era-for-nuclear-energy, Licence: CC BY 4.0 ↩︎

  3. Draghi, M. (2024), The future of European competitiveness. https://commission.europa.eu/topics/eu-competitiveness/draghi-report_en ↩︎

  4. World Nuclear Association. (2025, 17 gennaio). French-Italian collaboration on SMR deployment. world-nuclear-news.org. https://www.world-nuclear-news.org/articles/french-italian-collaboration-on-smr-deployment ↩︎

  5. IAEA (2023, September 14). What are Small Modular Reactors (SMRs)? International Atomic Energy Agency. Retrieved February 21, 2025, from https://www.iaea.org/newscenter/news/what-are-small-modular-reactors-smrs ↩︎

Stefano Merlo 16 feb 2025

La gestione del personale di Henry Ford: aumento salariale e riduzione dell'orario di lavoro

Il sistema di produzione di massa di Henry Ford rivoluzionò l’industria manifatturiera, ma il suo successo non dipese unicamente dalla catena di montaggio. Un elemento meno discusso, ma altrettanto vitale, fu il suo approccio radicale alla gestione del personale. Ford riconobbe che anche i processi più efficienti sono inutili senza una forza lavoro stabile e motivata. La sua soluzione: la giornata lavorativa di 8 ore e il salario di 5 dollari.

Come descritto in “Invisible Advantage: How Intangibles are Driving Business Performance”1, l’industria manifatturiera soffriva di un elevatissimo turnover del personale. Le fabbriche erano ambienti difficili e i lavoratori, spesso nuovi alla vita industriale, si dimettevano di frequente. Lo stabilimento Ford di Highland Park registrava un tasso di turnover del 400%, richiedendo 54.000 assunzioni annuali per mantenere una forza lavoro di 13.000 persone. Questo continuo ricambio di personale interrompeva la produzione e faceva lievitare i costi di formazione. La catena di montaggio, pur aumentando la produzione, peggiorò il problema intensificando l’insoddisfazione dei lavoratori.

Ford comprese che questo turnover insostenibile rappresentava un grosso ostacolo. La sua soluzione del 1914 fu rivoluzionaria: una giornata lavorativa di otto ore e un salario giornaliero di 5 dollari – una cosa inaudita all’epoca. Questo audace investimento nel capitale umano diede risultati spettacolari.

Il turnover crollò da oltre il 400% ad appena il 37%. Questa nuova stabilità portò numerosi vantaggi. I costi di formazione diminuirono poiché l’azienda non doveva più sostituire costantemente i dipendenti. I lavoratori esperti divennero più competenti, migliorando la qualità e l’efficienza. Soprattutto, una forza lavoro stabile favorì cameratismo e orgoglio, aumentando il morale e la produttività.

Il salario di 5 dollari non mirava solo a ridurre il turnover, ma anche ad attrarre e trattenere i migliori talenti. La generosa retribuzione di Ford attirò lavoratori qualificati, creando una forza lavoro altamente motivata e capace. Ciò alimentò la crescita, con i profitti che raddoppiarono da 30 a 60 milioni di dollari tra il 1914 e il 1916. L’aumento dell’efficienza e della produttività permise a Ford di soddisfare la crescente domanda della Model T, consolidando il suo dominio sul mercato.

La strategia di Ford incentrata sul capitale umano dimostra un principio fondamentale: investire nella forza lavoro non è solo un costo, è un investimento vitale con ritorni sostanziali. Affrontando le cause profonde del turnover – condizioni difficili e bassi salari – Ford sbloccò il vero potenziale della produzione di massa. Dimostrò che una forza lavoro motivata e ben retribuita è cruciale per l’eccellenza operativa e la crescita. La sua rivoluzione dei 5 dollari non fu solo un atto di beneficenza; fu un imperativo strategico che trasformò l’industria automobilistica e rimane una potente lezione per le aziende di oggi.


  1. Low, J., & Kalafut, P. C. (2002). Invisible Advantage: How Intangibles are Driving Business Performance. Perseus Publishing. ↩︎

Stefano Merlo 8 feb 2025

Il fattore umano: una chiave per sbloccare il potenziale dell'industria edile

L’industria edile si trova sull’orlo di una trasformazione epocale. Un boom di costruzioni, alimentato dall’urbanizzazione e dalla sete di infrastrutture moderne, promette di ridisegnare il nostro mondo. McKinsey stima che la spesa globale per le costruzioni potrebbe raggiungere la cifra record di 22.000 miliardi di dollari entro il 2040. Ma c’è un paradosso: mentre l’industria si prepara a crescere, deve affrontare una sfida cruciale: la bassa produttività e la carenza di manodopera.

Immaginate un cantiere edile come un’orchestra. Ogni lavoratore è uno strumento, ogni progetto una sinfonia. Ma cosa succede se alcuni strumenti sono stonati o mancano del tutto? L’armonia si spezza, la melodia perde il suo incanto.

Un recente rapporto McKinsey, “Delivering on construction productivity is no longer optional,”1, mette in luce le sfide che ostacolano la crescita: tecnologie obsolete, difficoltà nel migliorare i processi e progetti complessi. Ma a mio avviso, il problema principale è un altro: il fattore umano.

Il segreto di un’orchestra armoniosa: lavoratori felici

La produttività non è solo una questione di numeri e processi. È una questione di persone. Lavoratori felici sono come strumenti ben accordati: danno il meglio di sé, creano sinfonie di successo. Sono più coinvolti, più produttivi e meno inclini a cambiare orchestra. In un settore che fatica a trovare nuovi talenti, investire nella soddisfazione dei lavoratori non è un optional, è una necessità.

Il potere della soddisfazione: quando l’orchestra brilla

Numerosi studi dimostrano che la soddisfazione dei lavoratori è il motore della produttività (per citarne alcuni: Gallup2, Oxford University’s Saïd Business School3 e Management Science4). Un team affiatato è come un’orchestra che suona all’unisono:

  • Meno Incidenti: Quando i lavoratori si sentono valorizzati, sono più attenti e rispettano le regole di sicurezza.
  • Qualità Superiore: Lavoratori coinvolti sono orgogliosi del loro lavoro e costruiscono con passione.
  • Meno Rilavorazioni: Un team soddisfatto è come un’orchestra che prova e riprova: riduce al minimo gli errori e i costi.

Perché la Soddisfazione è Fondamentale: Il Futuro dell’Orchestra

L’industria edile deve affrontare una crisi di talenti. La forza lavoro invecchia e le nuove generazioni non sono attratte da un settore che spesso viene percepito come duro e poco gratificante. Per questo, è fondamentale investire nel benessere dei lavoratori.

Due Strategie per un’Orchestra di Successo

  1. Investire in Formazione e Sviluppo: Un’orchestra che cresce è un’orchestra che investe nei suoi strumenti. La formazione continua migliora le competenze, aumenta la fiducia e dimostra che l’azienda crede nel potenziale dei suoi dipendenti.
  2. Implementare Incentivi e Ricompense: Un direttore d’orchestra che sa riconoscere il talento, sa anche premiare i suoi musicisti. Bonus, premi e riconoscimenti pubblici sono un modo per celebrare i successi e incentivare l’impegno.

Un Appello all’Azione: Scriviamo insieme la Sinfonia del Successo

L’industria edile ha bisogno di un cambio di paradigma. Dobbiamo mettere al centro il fattore umano, valorizzare i nostri lavoratori, investire nel loro futuro. Solo così potremo costruire un’industria più produttiva, innovativa e sostenibile. Un’industria dove ogni lavoratore si senta parte di un’orchestra di successo, un’orchestra che suona la sinfonia del futuro.


  1. McKinsey & Company. Delivering on construction productivity is no longer optional. McKinsey & Company. August 9, 2024. Accessed February 8, 2025. https://www.mckinsey.com/capabilities/operations/our-insights/delivering-on-construction-productivity-is-no-longer-optional ↩︎

  2. Gallup. Employee engagement drives growth. Gallup. Accessed February 8, 2024. https://www.gallup.com/workplace/236927/employee-engagement-drives-growth.aspx ↩︎

  3. University of Oxford. Happy Workers Are 13% More Productive. University of Oxford. October 24, 2019. Accessed February 8, 2025. https://www.ox.ac.uk/news/2019-10-24-happy-workers-are-13-more-productive ↩︎

  4. Clément S. Bellet, Jan-Emmanuel De Neve, George Ward (2023) Does Employee Happiness Have an Impact on Productivity?. Management Science 70(3):1656-1679. https://doi.org/10.1287/mnsc.2023.4766 ↩︎

Stefano Merlo 6 feb 2025

Intelligenza Artificiale e Cybersecurity: una diagnostica

Questo documento analizza le sinergie e le sfide che emergono dall’integrazione dell’Intelligenza Artificiale in azienda, utilizzando uno studio di caso ispirato al white paper del World Economic Forum, “Artificial Intelligence and Cybersecurity: Balancing Risks and Rewards” (disponibile qui). Presentiamo un’analisi della cybersecurity in un contesto di adozione di tecnologie di IA per “Bellini Composites,” un’azienda manifatturiera italiana a conduzione familiare, e presentiamo un dialogo pragmatico tra l’azienda, il padre del suo fondatore (esperto di tecnologia ma scettico sulla cybersecurity) e un consulente di sicurezza informatica.

Bellini Composites: Uno studio di caso

Bellini Composites, un’azienda di 30 dipendenti situata nelle Alpi italiane, è specializzata in materiali compositi ad alte prestazioni per produttori di motociclette di lusso e racing teams. Fondata 25 anni fa da Paolo Bellini, l’azienda è orgogliosa dei rapporti resistenza-peso dei componenti prodotti e della versatilità applicativa dei componenti in fibra di carbonio. Con un fatturato annuo di 5 milioni di euro e un margine operativo del 15%, Bellini Composites reinveste significativamente in R&S, il suo punto di forza.

Il team di R&D di sei persone, composto da ingegneri altamente qualificati, esplora costantemente nuove formulazioni di resine, intrecci di fibre e processi di produzione. Pur essendo dotata di moderne macchine CNC e software CAD/CAM, Bellini Composites non ha ancora implementato soluzioni di IA per l’ottimizzazione dei processi, come la manutenzione predittiva. Pur essendo consapevoli del potenziale dell’IA, l’azienda nutre preoccupazioni riguardo alle implicazioni per la sicurezza informatica.

La valutazione e la discussione

Le sezioni seguenti descrivono in dettaglio la valutazione di sicurezza informatica dell’IA, comprese le domande poste, le risposte di Bellini Composites, le reazioni scettiche e i commenti del consulente esperto di sicurezza informatica.

1. Tolleranza al rischio

È stata stabilita l’adeguata propensione al rischio per l’IA ed è compresa da tutti?

Risposta di Bellini Composites:

“Abbiamo discusso della propensione al rischio a livello dirigenziale, concentrandoci sui tempi di inattività della produzione e sulla protezione delle nostre formule composite proprietarie. Siamo molto avversi al rischio per quanto riguarda gli interruzioni della produzione, poiché i ritardi possono influire sui nostri programmi di consegna e potenzialmente portare alla perdita di contratti. Siamo anche estremamente protettivi nei confronti dei nostri risultati di R&D. Questa propensione al rischio è formalizzata nella nostra politica generale di gestione del rischio, ma non abbiamo considerato specificamente i rischi relativi all’IA. Abbiamo bisogno di un workshop con Paolo (CEO), Marco (Responsabile della produzione), Elena (Responsabile della R&D) e il nostro consulente IT esterno per definire soglie di rischio accettabili per ciascun potenziale progetto di IA. Ad esempio, quale livello di condivisione dei dati è accettabile durante l’addestramento dell’IA per l’ottimizzazione dei materiali? Questo deve essere documentato.”

Critica:

“Propensione al rischio? Bah! Abbiamo sempre corso rischi calcolati. Dobbiamo concentrarci sull’avvio di questi progetti di IA per aumentare la produzione. Tutte queste chiacchiere sulla valutazione del rischio ci stanno rallentando.”

Risposta del consulente:

“Capisco il vostro desiderio di velocità. Tuttavia, trascurare la valutazione del rischio è come guidare un’auto da corsa senza freni. Un attacco ransomware mirato che sfrutti una vulnerabilità dell’IA potrebbe interrompere la produzione per settimane, costando molto più di qualsiasi guadagno a breve termine. Una corretta valutazione del rischio identifica specifiche vulnerabilità dell’IA, consentendoci di dare priorità alle misure di sicurezza in modo efficace. Non si tratta di rallentare; si tratta di garantire una crescita a lungo termine.”

2. Rischio contro ricompensa

I rischi sono proporzionati alle ricompense quando vengono considerati nuovi progetti di IA?

Risposta di Bellini Composites:

“Attualmente eseguiamo un’analisi costi-benefici di base. Ad esempio, sappiamo che la manutenzione predittiva sulla nostra autoclave specializzata potrebbe ridurre al minimo i tempi di inattività, ma ci preoccupa che l’IA possa interpretare male i dati dei sensori. Tuttavia, questo è informale. Abbiamo bisogno di un framework di valutazione del rischio/beneficio per i progetti di IA, inclusi fattori quantificabili come il costo dei tempi di inattività, il potenziale guadagno in efficienza dei materiali, il rischio di furto di proprietà intellettuale e il costo del sistema di IA.”

Critica:

“La ricompensa è ovvia: maggiore efficienza, materiali migliori, maggiori profitti! I rischi? Chiacchiere sulle violazioni dei dati. Siamo andati bene per 25 anni; perché preoccuparsi ora?”

Risposta del consulente:

“Sebbene le ricompense siano significative, ignorare i rischi è miope. Gli attacchi informatici sono in aumento e i produttori sono presi di mira. Un attacco malevolo potrebbe compromettere l’integrità dell’algoritmo di ottimizzazione dei materiali, con conseguenti danni alla reputazione e perdite economiche. Un’analisi strutturata rischio/beneficio quantifica questi rischi, dimostrando che l’investimento in sicurezza è una polizza assicurativa.”

3. Processo di governance

Esiste un processo efficace per governare e tenere traccia dell’implementazione dei progetti di IA?

Risposta di Bellini Composites:

“Le iniziative di IA sono attualmente gestite ad hoc. Abbiamo bisogno di un “Comitato direttivo per l’IA” con Paolo, Marco, Elena e il nostro consulente IT per approvare i progetti di IA, definire i protocolli di accesso ai dati, monitorare i progressi e applicare i protocolli di sicurezza.”

Critica:

“Governance? Burocrazia! Siamo una piccola azienda agile. Un ‘Comitato direttivo per l’IA’ sembra un’eccessiva formalità.”

Risposta del consulente:

“L’agilità è importante, ma una governance centralizzata dell’IA è essenziale. Senza di essa, si rischiano sistemi incompatibili e lacune di sicurezza. Il Comitato direttivo per l’IA fornisce una supervisione strategica, garantendo che i progetti di IA siano allineati agli obiettivi aziendali e che gli standard di sicurezza siano coerenti. Questo, a lungo termine, semplifica il processo.”

4. Vulnerabilità e rischi

C’è una chiara comprensione delle vulnerabilità specifiche dell’organizzazione e dei rischi informatici relativi all’uso o all’adozione di tecnologie di IA?

Risposta di Bellini Composites:

“Siamo generalmente consapevoli dei rischi di sicurezza informatica, ma non abbiamo considerato le vulnerabilità specifiche dell’IA. Siamo preoccupati per gli attacchi di corruzione dei dati sul nostro database dei materiali. Abbiamo bisogno di una valutazione dedicata del rischio dell’IA, compresi test di penetrazione, analisi delle vulnerabilità e analisi delle possibili modalità di attacco. Dovremmo anche considerare il rischio di bias negli algoritmi di IA.”

Critica:

“Vulnerabilità? Abbiamo firewall e software antivirus. Questo è sufficiente, no?”

Risposta del consulente:

“Le misure tradizionali sono un buon inizio, ma l’IA introduce vulnerabilità uniche. I modelli di IA sono suscettibili alla corruzione dei dati e agli attacchi avversari. Una valutazione dedicata del rischio dell’IA è fondamentale per identificare queste vulnerabilità e implementare misure di salvaguardia. È un sistema complesso con le sue sfide di sicurezza.”

5. Coinvolgimento delle parti interessate

C’è chiarezza su quali parti interessate devono essere coinvolte nella valutazione e mitigazione dei rischi informatici dell’adozione dell’IA?

Risposta di Bellini Composites:

“IT, R&S e Produzione sono ovviamente coinvolti. L’ufficio legale deve essere coinvolto per la conformità al GDPR. Non abbiamo considerato le risorse umane, ma potrebbero dover essere coinvolte se l’IA cambia i ruoli lavorativi. Abbiamo bisogno di individuare gli stakeholder e relativi ruoli e responsabilità.”

Critica:

“Parti interessate? IT, R&S, Produzione: sono loro che devono essere coinvolti. Perché coinvolgere le risorse umane o l’ufficio legale?”

Risposta del consulente:

“Ignorare le parti interessate può creare punti ciechi. L’ufficio legale garantisce la conformità al GDPR. Le risorse umane si occupano dei potenziali cambiamenti di lavoro. Un’analisi completa delle parti interessate garantisce che tutti gli aspetti dell’adozione dell’IA siano affrontati.”

6. Processi di garanzia

Esistono processi di garanzia per garantire che le implementazioni dell’IA siano coerenti con le politiche organizzative più ampie dell’organizzazione e gli obblighi legali e normativi?

Risposta di Bellini Composites:

“Abbiamo un processo di controllo qualità standard, ma niente di specifico per l’IA. Abbiamo bisogno di test e validazione specifici per i modelli di IA, inclusi valutazione della robustezza, individuazione di bias e analisi dell’interpretabilità. Anche il monitoraggio continuo è cruciale.”

Critica:

“Processi di garanzia? Testiamo accuratamente i nostri prodotti. Non è sufficiente?”

Risposta del consulente:

“I test tradizionali sono essenziali, ma l’IA richiede processi di garanzia specializzati. I modelli di IA sono complessi e il loro comportamento può essere imprevedibile. Abbiamo bisogno di procedure di test specifiche, inclusi test di robustezza, rilevamento della distorsione e analisi di spiegabilità. Il monitoraggio continuo garantisce affidabilità e sicurezza.”

Stefano Merlo 31 gen 2025

Unione Europea: l'"AI Act"

Il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale (AI Act)1 è la prima legge completa al mondo per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale nell’UE. Progettato per favorire l’innovazione garantendo che l’IA sia sicura, equa e trasparente, il regolamento protegge gli utenti da applicazioni dannose dell’IA, offrendo al contempo vantaggi come il miglioramento dell’assistenza sanitaria e il trasporto sostenibile.

Un approccio basato sul rischio per un’IA affidabile2

L’AI Act classifica i sistemi di intelligenza artificiale in base ai loro potenziali rischi—inaccettabile, alto, limitato e minimo—con obblighi corrispondenti.

  • IA ad alto rischio (es. sanità, trasporti) deve rispettare rigorose misure di trasparenza, sicurezza e supervisione umana.
  • Applicazioni di IA vietate, come l’identificazione biometrica in tempo reale negli spazi pubblici, riflettono l’impegno dell’UE verso un’IA etica.

Promuovere l’innovazione con le sandboxes regolatorie

Per bilanciare regolamentazione e innovazione, il regolamento introduce le sandboxes regolatorie, che permettono alle aziende—soprattutto start-up e PMI—di testare i sistemi di IA in ambienti controllati. Ciò consente alle imprese di perfezionare i loro modelli garantendo al contempo la conformità normativa, favorendo un ecosistema di IA affidabile che incoraggi lo sviluppo responsabile.

Trasparenza per i modelli di IA generale3

Il regolamento si applica anche ai modelli di IA generica, come chatbot e generatori di immagini. Questi modelli devono chiaramente dichiarare i contenuti generati dall’IA, rispettare le leggi sul copyright e garantire trasparenza nelle loro operazioni, affinché gli utenti possano fidarsi delle interazioni basate sull’IA.

Tempistiche di attuazione4

L’AI Act dell’UE è stato ufficialmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE il 12 luglio 2024, segnando una pietra miliare nella governance dell’IA. Entrerà in vigore il 1° agosto 2024, con applicazione completa a partire dal 2 agosto 2026. Tuttavia, alcune disposizioni specifiche, indicate nell’Articolo 113, saranno attuate in anticipo.

Cosa significa per le aziende

Per le aziende che operano nell’UE o vi forniscono servizi, la conformità all’AI Act garantisce fiducia dei consumatori, certezza normativa e un vantaggio competitivo in un panorama dell’IA in continua evoluzione. Allineandosi ai principi etici dell’IA, le imprese possono rispettare la normativa senza rinunciare all’innovazione.

L’approccio dell’UE stabilisce un nuovo standard globale per la governance dell’IA, bilanciando progresso e protezione degli utenti per garantire che l’IA lavori a beneficio delle persone, non contro di loro.

Stefano Merlo 23 gen 2025

TEHA (The European House - Ambrosetti) e Chiomenti: Family Business Sustainability Summit

Le aziende familiari, che rappresentano l’81% del tessuto imprenditoriale italiano e generano il 68% del PIL, si distinguono per la loro resilienza finanziaria e capacità di crescita (+8,9% tra il 2010 e il 2022). Tuttavia, devono affrontare sfide importanti legate a un divario di produttività (-18% rispetto alle imprese non familiari), una minore propensione all’innovazione e ritardi nella transizione sostenibile.

Le imprese familiari italiane: opportunità e sfide per affrontare la transizione sostenibile e digitale

Il Family Business Sustainability Summit1, svoltosi presso Palazzo di Varignana il 21-22 gennaio 2025, ha messo in luce le sfide che le aziende familiari italiane devono affrontare per allinearsi agli standard europei di sostenibilità e innovazione. Secondo il rapporto “Radici nel futuro” presentato durante l’evento, solo il 9,2% di queste imprese pubblica un bilancio di sostenibilità, mentre molte trovano difficile conformarsi a normative come la Corporate Sustainability Reporting Directive. Questo limita la loro capacità di competere e rende necessario un approccio strategico per garantire il successo a lungo termine.

Perché rivolgersi a un consulente esterno?

Le aziende familiari, pur essendo un pilastro dell’economia italiana, spesso non dispongono delle risorse necessarie per affrontare investimenti strategici di lungo termine. Come evidenziato da Massimiliano Nitti, partner Chiomenti 2, questa mancanza di risorse manageriali ed economiche può limitare la crescita, rendendo difficile superare le transizioni generazionali e obbligando molte imprese a cedere il controllo a fondi esteri. Per le micro e piccole imprese, il problema è accentuato dalla difficoltà di destinare risorse a obiettivi come sostenibilità e innovazione, rimanendo concentrate sul prodotto.

In questo contesto, affidarsi a un consulente esterno può essere un’opportunità cruciale. Un esperto può aiutare le aziende a sviluppare strategie personalizzate per affrontare le sfide della transizione sostenibile e digitale, migliorare la produttività e ottimizzare l’accesso al capitale. Inoltre, il supporto professionale può agevolare la gestione del passaggio generazionale, garantendo continuità e competitività sul mercato. Una consulenza mirata consente alle imprese familiari di preservare il loro patrimonio economico e sociale, affrontando con successo le sfide di un panorama economico in continua evoluzione.

Stefano Merlo 22 gen 2025

'Humphrey': un set di strumenti di Intelligenza Artificiale in sviluppo per i lavoratori della pubblica amministrazione britannica

Il governo del Regno Unito ha recentemente annunciato un piano ambizioso per utilizzare l’IA per modernizzare i servizi pubblici1. Stanno creando una serie di strumenti di intelligenza artificiale chiamati “Humphrey” che aiuteranno i funzionari a lavorare in modo più rapido ed efficiente2.

Ad esempio, uno strumento chiamato “Consult” analizzerà le risposte dei cittadini alle consultazioni pubbliche, consentendo al governo di comprendere meglio le opinioni del pubblico. Un altro strumento, chiamato “Minute”, creerà automaticamente riassunti delle riunioni, liberando tempo ai funzionari per concentrarsi su attività più importanti.

Come può una piccola impresa trarre vantaggio dall’IA?

Anche se potrebbe non avere le stesse risorse del governo del Regno Unito, la vostra piccola impresa di ricerche di mercato può comunque trarre vantaggio dall’IA. Man mano che la tecnologia diventa più accessibile, inizieremo a vedere un numero crescente di strumenti di intelligenza artificiale convenienti e facili da usare che possono essere utilizzati dalle piccole imprese. Ad esempio, potreste utilizzare l’IA per analizzare grandi set di dati di mercato per individuare tendenze che potreste non aver notato altrimenti. Oppure potreste utilizzare l’IA per automatizzare compiti ripetitivi come la trascrizione di interviste o la codifica dei dati.

Consulenza esterna per sfruttare l’IA

L’IA è un campo in rapida evoluzione, e può essere difficile stare al passo con gli ultimi sviluppi. Se siete interessati a utilizzare l’IA nella vostra azienda, potrebbe essere utile consultare un esperto. Un consulente di IA può aiutarvi a identificare gli strumenti di IA giusti per le vostre esigenze e può aiutarvi a implementare queste tecnologie nella vostra azienda.

L’intelligenza artificiale ha il potenziale di trasformare il modo in cui operano le imprese, e le piccole imprese del Regno Unito sono ben posizionate per trarre vantaggio da questa tecnologia. Con un po’ di pianificazione e lungimiranza, potete utilizzare l’IA per automatizzare i processi, migliorare l’efficienza e ottenere un vantaggio competitivo.

Stefano Merlo 13 gen 2025

Global Cybersecurity Outlook 2025 del World Economic Forum

Il Global Cybersecurity Outlook 20251, pubblicato dal World Economic Forum in collaborazione con Accenture, evidenzia un divario sempre più ampio nella resilienza informatica tra PMI e grandi organizzazioni.

  • Solo il 14% delle organizzazioni si dichiara sicuro di disporre delle competenze e delle risorse necessarie per affrontare efficacemente le sfide della cybersecurity.
  • Molte PMI non dispongono delle risorse per una cybersecurity robusta, affidandosi spesso a strumenti di base che le rendono particolarmente vulnerabili, soprattutto all’interno delle catene di approvvigionamento interconnesse.
  • Sebbene il 78% dei leader del settore privato ritenga che le normative su cyber e privacy aiutino a ridurre i rischi, il 69% le trova troppo complesse o difficili da applicare, soprattutto per quanto riguarda la conformità dei fornitori terzi.

Principali sfide organizzative alla resilienza informatica per le PMI

Le PMI affrontano tre sfide principali nel raggiungere la resilienza informatica. Il panorama delle minacce si sta evolvendo rapidamente, richiedendo un livello di adattabilità che molte PMI faticano a raggiungere. Inoltre, la carenza di competenze lascia le organizzazioni prive del talento necessario per gestire efficacemente questi rischi. Infine, la mancanza di preparazione nella risposta agli incidenti rende le PMI particolarmente vulnerabili in caso di violazioni, ampliando ulteriormente il divario con le grandi aziende.

Divario nella resilienza informatica

Il divario nella resilienza informatica tra piccole e grandi organizzazioni continua a crescere. Il 35% delle piccole organizzazioni dichiara di avere una resilienza informatica insufficiente, un aumento di sette volte rispetto al 2022. Al contrario, le grandi organizzazioni hanno fatto progressi significativi, dimezzando i rapporti di resilienza insufficiente. Questo divario ha raggiunto un punto critico, con il 71% dei leader della cybersecurity che concordano sul fatto che le PMI siano sempre meno in grado di proteggersi da rischi crescenti. Le organizzazioni più grandi, più propense a implementare misure avanzate come le salvaguardie basate sull’IA, sono incoraggiate a supportare le PMI per rafforzare la resilienza dell’intero ecosistema.

Adozione di misure di cybersecurity

Le PMI spesso non dispongono delle risorse necessarie per costruire un’infrastruttura di cybersecurity robusta, rimanendo dipendenti da strumenti e pratiche elementari ed insufficienti. Questa dipendenza aumenta significativamente la loro vulnerabilità, soprattutto nelle catene di approvvigionamento interconnesse, dove gli attacchi a entità più piccole possono propagarsi in tutto l’ecosistema.

Implementazione dell’IA

Sebbene il 66% delle organizzazioni riconosca il potenziale trasformativo dell’IA nella cybersecurity, solo il 37% ha implementato processi per valutare la sicurezza degli strumenti IA prima del loro utilizzo. Per le PMI, la sfida è ancora maggiore: il 69% manca delle salvaguardie necessarie per un’implementazione sicura dell’IA. Questo divario espone le piccole organizzazioni a rischi più elevati derivanti da modelli IA insicuri.

Vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento

Le PMI spesso sono anelli critici nelle catene di approvvigionamento più grandi ma generalmente mancano della maturità necessaria per affrontare i rischi insiti in tali interdipendenze. Le principali vulnerabilità includono difetti software introdotti da terzi e la possibilità che attacchi informatici si propagano in tutto l’ecosistema. Queste debolezze non solo minacciano le PMI, ma mettono a rischio anche le reti più ampie di cui fanno parte.

Disparità nelle risorse per la cybersecurity

Dal 2024, il divario di competenze informatiche è aumentato dell'8%, lasciando due terzi delle organizzazioni con carenze moderate o critiche di personale qualificato. Solo il 14% delle organizzazioni si dichiara sicuro delle proprie pratiche di cybersecurity. Le PMI, in particolare, affrontano difficoltà legate a risorse finanziarie, infrastrutture e accesso a professionisti qualificati, rendendo arduo costruire una solida base di sicurezza. Questa disparità di risorse e forza lavoro colpisce in modo sproporzionato le PMI, ostacolando la loro capacità di rispondere efficacemente alle minacce emergenti.

Requisiti normativi

Sebbene il 78% dei leader del settore privato concordi sul fatto che le normative su cyber e privacy riducano efficacemente i rischi, il 69% segnala che queste normative sono troppo complesse o difficili da attuare. La verifica della conformità dei fornitori terzi è un’altra sfida comune. La Direttiva NIS2 dell’Unione Europea mira a risolvere queste problematiche aumentando gli standard di cybersecurity, richiedendo reportistica avanzata sugli incidenti, una maggiore supervisione delle catene di approvvigionamento e una maggiore responsabilità per i consigli di amministrazione. Tuttavia, per le PMI, navigare in queste complessità normative rimane un ostacolo significativo.


  1. World Economic Forum e Accenture, Global Cybersecurity Outlook 2025, gennaio 2025. Disponibile: reports.weforum.org/docs/WEF_Global_Cybersecurity_Outlook_2025.pdf↩︎

Stefano Merlo 8 lug 2024

Guidare l'innovazione nell'agribusiness: un percorso di innovazione utilizzando il modello in 8 fasi di Kotter

Kotter - Leading Change 1996 Kotter - Leading Change 1996

L’innovazione e l’adattabilità sono fondamentali per le aziende che desiderano prosperare nell’attuale panorama competitivo dell’agribusiness. In questo post, esploreremo come una azienda agricola nel Nord Italia possa abbracciare un cambiamento trasformativo automatizzando i processi di irrorazione di pesticidi e raccolta utilizzando il modello in 8 fasi per il cambiamento di Kotter (Kotter, J.P., 1996)1.

Questo percorso guiderà il percorso dell’azienda verso l’efficienza, la redditività e la sostenibilità. Sebbene presenti uno scenario ideale, è importante riconoscere che l’implementazione potrebbe affrontare numerose sfide e deviazioni inattese. Questi passaggi sono progettati per fornire linee guida, stimolare idee e fungere da punto di riferimento per strutturare un piano ben organizzato, aiutando a navigare efficacemente attraverso gli ostacoli.

Fase 1: creare un senso di urgenza

L’azienda deve ispirare i suoi stakeholder ad agire con passione e determinazione per cogliere l’opportunità di innovare. È importante evidenziare le inefficienze attuali nell’irrorazione manuale dei pesticidi e nella raccolta, come l’elevato costo del lavoro, la scarsa scalabilità e il rischio di errore umano. Condividere dati convincenti su come l’automazione possa:

  • Ridurre i costi ottimizzando l’uso delle risorse.
  • Migliorare la sicurezza dei lavoratori riducendo l’esposizione ai pesticidi.
  • Aumentare la produttività, consentendo alla fattoria di competere in un mercato in crescita.
Attenzione

È importante affrontare le preoccupazioni dei lavoratori che potrebbero vedere l’automazione come una minaccia per il loro impiego. Sottolineare che l’automazione non sostituirà i posti di lavoro, ma li trasformerà, creando nuove opportunità per i dipendenti in ruoli come la gestione della tecnologia, il monitoraggio dei sistemi e la manutenzione. Offrire rassicurazioni su programmi di aggiornamento professionale che consentano ai lavoratori di crescere insieme agli avanzamenti tecnologici.

Organizzare workshop e presentazioni per dipendenti e stakeholder per comunicare l’importanza di questi cambiamenti e i rischi del mantenimento dello status quo.

Fase 2: costruire una coalizione

Formare una coalizione di individui chiave appassionati del futuro della fattoria. Questo gruppo dovrebbe includere:

  • Managers: Per fornire leadership e supervisione.
  • Consulenti tecnici: Per guidare la selezione e l’implementazione delle tecnologie IoT e robotiche.
  • Dipendenti chiave: Per offrire approfondimenti pratici e rappresentare la forza lavoro.
  • Partner esterni: Fornitori di tecnologia e consulenti.

Autorizzare questa coalizione a guidare, coordinare e comunicare efficacemente l’iniziativa di cambiamento.

Fase 3: formulare una visione strategica

Articolare una visione chiara per il futuro della fattoria:

  • Dichiarazione della Visione: “Migliorare l’efficienza operativa e mantenere la competitività nel settore agribusiness sfruttando tecnologie avanzate di automazione e IoT.”
  • Strategie: - Implementare sistemi robotici per l’irrorazione dei pesticidi per garantire precisione e ridurre gli sprechi.
    • Adottare macchine di raccolta automatizzate per migliorare l’efficienza e ridurre i costi del lavoro.
    • Utilizzare una rete IoT basata su SaaS per monitorare e ottimizzare le operazioni senza interruzioni.

Fase 4: mobilitare un esercito di volontari

Il cambiamento su larga scala richiede un supporto diffuso. Creare entusiasmo tra i dipendenti e gli stakeholder attraverso:

  • Condivisione di casi di successo di altre fattorie che hanno automatizzato con successo processi simili.
  • Offrire sessioni di formazione per consentire ai lavoratori di comprendere e abbracciare le nuove tecnologie.
  • Incoraggiare una comunicazione trasparente per affrontare preoccupazioni e raccogliere feedback.

Fornire un senso di scopo collettivo e mostrare come gli sforzi di tutti contribuiscano al successo a lungo termine della fattoria.

Fase 5: rimuovere le barriere per facilitare l’implementazione

Identificare e affrontare potenziali ostacoli al progresso:

  • Barriere Finanziarie: Garantire finanziamenti attraverso sovvenzioni, prestiti o partnership con fornitori di tecnologia.
  • Resistenza al Cambiamento: Offrire una formazione completa e dimostrare i benefici dell’automazione ai dipendenti esitanti.
  • Sfide Tecniche: Collaborare strettamente con fornitori SaaS per garantire che le attrezzature siano portatili, facili da installare e intuitive.

Snellire i processi decisionali e fornire risorse per superare efficacemente queste sfide.

Fase 6: generare vittorie nel breve termine

Celebrare i successi iniziali per costruire slancio:

  • Traguardo 1: Implementare con successo il sistema robotico di irrorazione dei pesticidi su base sperimentale e misurare il suo impatto sull’efficienza e sui costi.
  • Traguardo 2: Distribuire macchine di raccolta automatizzate in una piccola area della fattoria e mostrare i risultati agli stakeholder.

Pubblicizzare queste vittorie attraverso riunioni, newsletter e social media per energizzare e motivare il team.

Fase 7: mantenere l’accelerazione

Sfruttare i successi iniziali per spingere verso cambiamenti più ampi:

  • Espandere l’automazione a tutti i siti e aree di produzione.
  • Valutare e aggiornare continuamente la rete IoT e i sistemi robotici.
  • Utilizzare il tempo e i risparmi economici per investire in progetti di R&D, come l’esplorazione di metodi alternativi di controllo dei parassiti e lo sviluppo di sistemi di protezione contro il gelo durante la fioritura.

Incoraggiare un feedback continuo e iterazioni per mantenere lo slancio.

Fase 8: istituzionalizzare il cambiamento

Incorporare le nuove pratiche nella cultura della fattoria:

  • Documentare i processi e i risultati per creare un manuale operativo per le future innovazioni.
  • Valutare regolarmente l’impatto dell’automazione sull’efficienza e sulla redditività.
  • Riconoscere e premiare i dipendenti che sostengono i cambiamenti.

Rafforzare la connessione tra questi nuovi comportamenti e il successo della fattoria, assicurandosi che diventino parte integrante delle operazioni quotidiane.

Approfondimento aggiuntivo

Per una trasformazione di successo, leadership e gestione devono collaborare efficacemente. È fondamentale evitare di concentrarsi esclusivamente sui successi iniziali e invece portare il progetto a compimento (Kotter, J.P., 1996, p.129):

Buona leadership, cattiva gestione

La trasformazione iniziale può avere successo, ma vacilla quando i risultati a breve termine diventano inconsistenti.

Cattiva leadership, buona gestione

I guadagni a breve termine sono possibili, spesso attraverso miglioramenti operativi come il taglio dei costi o acquisizioni, ma il cambiamento sostenibile e a lungo termine è raramente raggiunto.

Cattiva leadership, cattiva gestione

Nessun progresso o direzione.

Buona leadership, buona gestione

La più alta probabilità di ottenere un successo duraturo.

Conclusione

Seguendo le 8 fasi di Kotter, questa fattoria può stabilire un piano per trasformare le sue operazioni, stabilendo un punto di riferimento per l’innovazione nel settore agribusiness. Con una visione chiara, uno sforzo collaborativo e un’esecuzione strategica, la fattoria può raggiungere i suoi obiettivi di efficienza, redditività e sostenibilità.


  1. Kotter, J.P. (1996). Leading Change. Harvard Business School Press. Disponibile online ↩︎

Stefano Merlo 16 mag 2024

Mindsait - Intelligenza Artificiale in Italia. La rivoluzione che sta cambiando il business

La ricerca “Intelligenza Artificiale in Italia – La rivoluzione che sta cambiando il business” analizza il grado di adozione delle nuove tecnologie da parte delle aziende italiane, fornendo un quadro approfondito delle motivazioni che spingono a investire nel settore, degli ostacoli che ne frenano una più ampia diffusione, nonché delle principali aree in cui l’AI sta già contribuendo al loro business.

L’indagine raccoglie i dati di 502 organizzazioni italiane, tratti da questionari online somministrati ai responsabili della digitalizzazione e della tecnologia, e si inserisce in una più ampia analisi condotta su oltre 900 aziende globali in 15 settori, arricchita da interviste a manager esperti di IA.

Scarsa adozione dell’IA e difficoltà nell’individuare casi d’uso

Il 48% delle aziende italiane non ha ancora avviato progetti basati sull’Intelligenza Artificiale. Anche tra chi ha mosso i primi passi in questo campo, solo il 36% dichiara di aver attivato almeno dieci casi d’uso. Uno dei principali freni sembra essere la difficoltà a riconoscere gli ambiti di applicazione realmente vantaggiosi per il proprio business, ostacolo che rallenta ulteriormente la diffusione dell’IA su vasta scala.

Organizziamo un workshop per individuare i tuoi casi studio

Uno sguardo ai principali dati del Rapporto

Piano strategico IA: Solo il 22% delle organizzazioni italiane ha definito un piano di IA allineato a quello aziendale complessivo.

Visione come barriera: Solo il 9% delle imprese attribuisce la mancata adozione dell’IA a una carenza di visione.

Fattori trainanti: Il 25% ritiene l’efficienza dei processi la motivazione principale, mentre il 20% mira a migliorare i servizi e l’esperienza del cliente.

MLOps e LLMOps: Soltanto il 3% delle aziende ha già definito e implementato con successo queste metodologie per la gestione del ciclo di vita dei progetti di IA.

Infrastruttura inadeguata: Il 65% delle organizzazioni italiane non dispone di un’infrastruttura sufficiente ad abilitare o potenziare l’uso dell’IA.

Quadro normativo: Il 13% delle aziende segnala l’instabilità normativa come un ostacolo significativo.

Budget e dati: Per le imprese di medie-grandi dimensioni, il fattore economico non è percepito come barriera, e soltanto il 5% considera la questione dei dati un impedimento. Molte aziende si ritengono infatti già pronte, avendo investito in precedenza su progetti Big Data o sapendo di poter colmare eventuali lacune rapidamente.

Esigenza di competenze interne e formazione del personale

Un altro elemento cruciale è la carenza di personale specializzato: il 55,1% delle aziende segnala infatti la mancanza di competenze interne come barriera all’adozione dell’IA. Tale lacuna si riscontra in tutti i settori analizzati, a prescindere dalle dimensioni organizzative. Per far fronte a questa sfida, la formazione diventa un fattore determinante, così come l’inserimento di figure professionali in grado di gestire tecnologie avanzate.

Approccio alla formazione e personalizzazione dei percorsi

L’Intelligenza Artificiale può offrire soluzioni interessanti per supportare l’upskilling e il reskilling dei dipendenti, grazie alla capacità di analizzare le performance e proporre programmi di sviluppo personalizzati. Tuttavia, questa modalità formativa non è ancora largamente diffusa, complice la scarsa consapevolezza degli strumenti disponibili e l’assenza di competenze interne necessarie per gestirli in modo efficace.

Stefano Merlo 22 apr 2024

IndustriaItaliana.it - intervista a Corrado La Forgia

L’articolo, pubblicato sul sito Industria Italiana del 27 Marzo 2024, riprende un’intervista a Corrado La Forgia, vicepresidente di Federmeccanica e direttore generale di Vhit, in cui si analizza il Piano Transizione 5.0. La Forgia esprime un punto di vista critico, sottolineando il rischio che il piano, così come accaduto con il precedente Piano Industria 4.0, possa non raggiungere gli obiettivi previsti. Secondo lui, l’efficacia degli incentivi è compromessa dall’assenza di una strategia sistemica che promuova una reale cultura del dato e della digitalizzazione, fondamentali per ottimizzare i processi produttivi.

Il Piano Transizione 5.0 introduce crediti d’imposta per l’acquisto di beni strumentali 4.0, per investimenti in fonti rinnovabili e per la formazione del personale nelle competenze legate alla transizione verde. Tuttavia, La Forgia osserva che tali incentivi rischiano di rimanere inefficaci se non accompagnati da un cambiamento culturale all’interno delle aziende, soprattutto tra le PMI. Nonostante le ingenti risorse già spese per modernizzare i macchinari, molte imprese non hanno sfruttato appieno il potenziale delle tecnologie digitali, lasciando i nuovi impianti scollegati e inutilizzati dal punto di vista dell’Internet of Things.

La Forgia evidenzia che la digitalizzazione e l’interconnessione dei macchinari sono cruciali non solo per migliorare la produttività, ma anche per ridurre gli sprechi e favorire la manutenzione predittiva. A suo avviso, però, il Piano Transizione 5.0 rischia di replicare i limiti del 4.0: si incentiva l’acquisto di macchinari senza promuovere adeguatamente il trasferimento tecnologico e la formazione necessaria per sfruttarne il potenziale.

L’intervista sottolinea l’importanza di un’azione coordinata tra governo, parti sociali e imprese per definire una strategia industriale chiara e a lungo termine. Per La Forgia, è essenziale investire nella formazione degli imprenditori, affinché possano comprendere l’importanza della digitalizzazione e integrarla nelle loro realtà produttive. Solo con una visione strategica che includa anche l’aspetto culturale sarà possibile sfruttare pienamente le opportunità offerte dal nuovo piano e garantire un futuro competitivo e sostenibile all’industria italiana.

Organizziamo un workshop per individuare i tuoi casi studio
Stefano Merlo 12 dic 2020

A che punto sei con la Transizione 4.0? Lo Smart Industry Readiness Index (SIRI)

L’Industria 4.0 sta accelerando, ma molte aziende faticano a comprenderne il valore e come applicarla concretamente. Domande come “Cos’è l’Industria 4.0?”, “Da dove iniziare?”, e “Quali sono le opportunità di miglioramento?” sono comuni tra le imprese che vogliono adottare queste soluzioni.

Per rispondere a queste sfide, è stato sviluppato il Smart Industry Readiness Index (SIRI), un framework strutturato che aiuta le aziende a valutare il loro livello di maturità digitale e identificare passi pratici per il miglioramento. Basato su tre pilastri fondamentali (Processi, Tecnologia e Organizzazione), SIRI include anche una Assessment Matrix, uno strumento che bilancia rigore tecnico e applicabilità pratica, definendo obiettivi finali e passaggi intermedi per miglioramenti continui.

SIRI è un framework strutturato progettato per aiutare le imprese a valutare il proprio livello di preparazione verso la trasformazione digitale e l’adozione di pratiche dell’Industria 4.0. Sviluppato originariamente dalla Singapore Economic Development Board (EDB) in collaborazione con esperti del settore, il SIRI fornisce un approccio standardizzato e pratico per analizzare la maturità digitale delle aziende. Tra i partner che hanno contribuito al suo sviluppo figura il TÜV SÜD, un ente di certificazione globale con un forte focus su qualità, sicurezza e sostenibilità. Questa collaborazione ha permesso di integrare standard di alta qualità e un approccio pratico per la valutazione delle capacità delle imprese nel contesto dell’Industria 4.0.

Il SIRI offre alle imprese numerosi vantaggi nel percorso verso la trasformazione digitale. Tra questi:

  • Benchmarking competitivo: consente alle aziende di confrontare le proprie prestazioni rispetto a quelle dei concorrenti, identificando con precisione le aree di forza e quelle di miglioramento.

  • Focus strategico: aiuta le organizzazioni a focalizzarsi sulle iniziative con il massimo impatto strategico, garantendo un utilizzo ottimale delle risorse disponibili.

  • Flessibilità: è applicabile a qualsiasi fase del processo di digitalizzazione, indipendentemente dal livello di maturità tecnologica iniziale, rendendolo adatto ad aziende di tutte le dimensioni e settori.

  • Educazione e conoscenza: fornisce una comprensione chiara dei principi fondamentali, delle tecnologie chiave e dei benefici tangibili dell’Industria 4.0, grazie a un framework strutturato basato su tre pilastri, otto dimensioni fondamentali e 16 parametri chiave.

  • Guida pratica: offre una roadmap dettagliata per raggiungere progressivamente gli obiettivi desiderati, consentendo miglioramenti mirati e continui.

  • Linguaggio comune: elimina la confusione legata alla terminologia tecnica dell’Industria 4.0, creando un linguaggio standard che facilita la comunicazione tra i diversi stakeholder, sia interni che esterni all’azienda.

  • Supporto alla trasformazione: migliora la collaborazione con i fornitori di tecnologia, permettendo di identificare priorità, colmare lacune e pianificare trasformazioni strutturate in modo efficace.

La metodologia di valutazione del SIRI si basa su cinque principi chiave che guidano un approccio strutturato e flessibile per analizzare la maturità digitale delle imprese:

  1. Stato attuale come punto di partenza: il SIRI fornisce una panoramica chiara e dettagliata dello stato attuale di maturità digitale dell’azienda, concentrandosi sul presente anziché su proiezioni future.
  2. Riferimenti standardizzati e aperti all’innovazione: utilizza i principi dell’Industria 4.0 come base di riferimento, senza però escludere concetti e tecnologie emergenti che potrebbero influire sul panorama industriale.
  3. Copertura completa e personalizzabile: tutte le dimensioni del framework devono essere esaminate, con un’attenzione proporzionale alla loro rilevanza per il settore specifico e per le priorità strategiche dell’azienda.
  4. Flessibilità nei risultati: il raggiungimento del livello massimo in tutte le dimensioni non è un obiettivo universale; le aziende dovrebbero focalizzarsi su livelli che rispecchino le loro esigenze e ambizioni.
  5. Continuità nel tempo: il SIRI è concepito come uno strumento dinamico e iterativo, da utilizzare periodicamente per supportare un miglioramento continuo e adattarsi ai cambiamenti del contesto aziendale.

Per maggiori informazioni, visita EDB Singapore - The Smart Industry Readiness Index.

Servizi

Project Management

Diagnostica, formazione ed affiancamento, su misura per le tue esigenze.

Cultura del dato e delle misurazioni

Maturita’ della catena dei dati, digitalizzazione, cultura del dato, rottura dei silos, strategia per innovazione.

Eccellenza operativa

Revisione delle catene del valore, tecniche di misurazione, strategie di miglioramento ed espansione.

Strategia, innovazione e gestione del cambiamento

Diagnostica, sistema di monitoraggio di obiettivi e risultati, strategia per innovazione.

Sottosezioni di Servizi

Avviamento al project management

Ogni azienda ha sfide uniche: lo comprendiamo e adattiamo le metodologie disponibili in letteratura al vostro ambiente specifico, seguendo questo processo:

Valutazione iniziale

Valutazione della maturità del processo gia’ in essere in azienda per definire una roadmap di implementazione appropriata

Formazione di base

Sessioni di formazione flessibili, workshop e casi di studio, materiali formativi personalizzati, compiti e feedback individuale

Collaborazione in tempo reale e applicazione

Collaborazione con i consulenti, supporto e guida remota


La formazione in project management è complessa, soprattutto per le aziende nuove a queste discipline. Molte aziende investono in strumenti senza una solida base teorica, il che spesso porta a opportunità mancate e inefficienza. Il nostro approccio colma questa lacuna, concentrandosi prima sui solidi principi di project management, per poi supportare il vostro team nell’applicazione pratica — garantendo la trasformazione dalla teoria all’implementazione reale.

Progettato per organizzazioni con poche, o senza competenze interne, questo percorso unisce formazione e guida pratica, garantendo che i team non solo comprendano i concetti di project management, ma li applichino efficacemente nelle loro operazioni reali.

Benefici

Le nostre offerte si distinguono per:

  • Approccio su misura: Adattamento delle metodologie alle caratteristiche e sfide uniche di ogni azienda.
  • Formazione e mentorship complete: Formazione di base in project management e mentorship pratica, dalla teoria all’applicazione concreta.
  • Costruzione di competenze interne: Fornire conoscenze ai team per gestire i progetti in modo indipendente.
  • Integrazione di discipline correlate: Includere concetti come sviluppo del prodotto, cultura del dato, prioritizzazione e chiarezza nella comunicazione.
  • Collaborazione in tempo reale: Lavorare al fianco del team su progetti concreti per accelerare la generazione di valore e il ritorno sull’investimento.

Ogni pacchetto viene personalizzato in base alle esigenze dell’azienda Prenota un’introduzione ed una diagnostica GRATUITA

Offerta completa

Diagnostica

Valutazione del livello di maturità delle pratiche di gestione di progetti all'interno della tua organizzazione per stabilire un percorso di miglioramento

Formazione

Formazione tradizionale tramite lezione frontale, workshop, verifica di conoscenze

Supporto, affiancamento

Affiancamento su progetti in corso per applicare praticamente i concetti di project management

A gettone

Un direttore di progetto dedicato a portare a termine la richiesta senza bisogno di formazione specifica

Sottosezioni di Project Management

Analisi delle metodologie già in essere per gestire progetti in azienda

Il nostro servizio di analisi della maturità delle metodologie di gestione progetti è pensato per valutare in modo approfondito le pratiche attualmente in uso nella tua organizzazione. Attraverso la compilazione di un questionario, e successive interviste di circa 45 minuti con due o tre persone chiave – idealmente includendo coloro che assumeranno responsabilità nei progetti futuri e saranno destinatari della formazione – il consulente raccoglie dati dettagliati per comprendere lo stato attuale dei processi aziendali.

L’analisi si concentra su aspetti come la raccolta e condivisione delle informazioni, il processo decisionale e l’uso dei dati per valorizzare al meglio i progetti. Utilizzando il framework del Project Management Maturity Model (PMMM), adattiamo i principi di questa metodologia alle specificità della tua organizzazione, per offrire un supporto mirato e personalizzato.

Il processo include una revisione del materiale aziendale esistente, come documenti e database, per identificare le connessioni tra la gestione dei progetti e il contesto più ampio del business. Non si tratta di analizzare la struttura generale dell’azienda e del business, ma di concentrarsi sugli aspetti pratici e operativi che influenzano direttamente l’esecuzione dei progetti.

Benefici

  • Approccio personalizzato: Adattiamo la nostra metodologia alle esigenze specifiche della tua azienda, garantendo che i suggerimenti e le soluzioni siano allineati con la tua catena del valore e con le particolarità del tuo business.
  • Valorizzazione delle pratiche esistenti: Piuttosto che partire da zero, il nostro approccio mira a riconoscere e ottimizzare i concetti di project management che hai già implementato, costruendo su basi solide per massimizzare i risultati.
  • Roadmap su misura: Valutare il tuo livello di maturità nella gestione progetti permette di definire un piano d’azione chiaro e mirato per i moduli successivi, ottimizzando l’applicabilità dei concetti e riducendo al minimo le perdite di tempo.
  • Maggiore efficienza: Migliorare la maturità delle metodologie di gestione dei progetti significa anche incrementare la capacità della tua azienda di affrontare sfide complesse e sfruttare al meglio le opportunità future.

Il questionario

Il Questionario di Valutazione della Maturità del Project Management è uno strumento completo progettato per analizzare il livello di maturità delle pratiche di gestione dei progetti all’interno di un’organizzazione. Basato sulle dieci knowledge area del PMBOK Guide, il questionario esplora aspetti fondamentali come integrazione, ambito, tempi, costi, qualità, risorse umane, comunicazione, rischi, approvvigionamenti e gestione degli stakeholder. Ogni area include domande dettagliate, spiegazioni e casi d’uso pratici, fornendo un quadro chiaro delle forze e delle aree di miglioramento.

Il modello si fonda su studi fondamentali come quello di Pennypacker e Grant (2002)1, che ha analizzato in modo approfondito la maturità del project management attraverso un’ampia indagine di settore, integrando principi del Capability Maturity Model (CMM), sviluppato dal Software Engineering Institute della Carnegie-Mellon University, e dell’Excellence Model della European Foundation for Quality Management (EFQM). Include inoltre aspetti del Risk Maturity Model, che evidenzia le attività necessarie per creare un programma di gestione dei rischi sostenibile e ripetibile

Grazie alla sua struttura flessibile e personalizzabile, il questionario può essere utilizzato in organizzazioni di qualsiasi dimensione e settore. I risultati ottenuti aiutano i responsabili a definire una roadmap strategica per ottimizzare le pratiche di project management, migliorando così la capacità di raggiungere gli obiettivi aziendali, riducendo i rischi e aumentando l’efficienza operativa. Questo approccio, arricchito dai contributi di modelli e ricerche accademiche di alto livello, offre un percorso chiaro verso l’eccellenza nella gestione dei progetti.

Processo di analisi

Raccolta delle Informazioni Iniziali

Il processo inizia con l’invio di un questionario al responsabile dell’azienda (committente). Il committente può scegliere di compilarlo personalmente o delegarne la compilazione a 1-2 persone chiave, preferibilmente quelle che saranno coinvolte nella gestione futura dei progetti. Una volta compilato, il questionario fornisce una panoramica dettagliata sulle pratiche correnti di gestione dei progetti, raccogliendo informazioni qualitative e quantitative utili a riflettere l’attuale livello di maturità.

Analisi e Discussione del Questionario

Il consulente analizza le risposte ricevute per valutare il livello di maturità della gestione dei progetti e identificare punti di forza e aree di miglioramento. Successivamente, vengono organizzate una o due interviste di circa 45 minuti con le persone designate. Questi incontri servono a discutere i risultati del questionario, approfondire le motivazioni dello stato attuale e raccogliere ulteriori dettagli utili per il processo di valutazione.

Preparazione e Condivisione del Rapporto

Sulla base dei dati raccolti, il consulente redige un rapporto dettagliato che include l’analisi dello stato attuale della gestione dei progetti, una valutazione della maturità secondo il framework PMMM e raccomandazioni operative per migliorare i processi. Il rapporto può includere proposte come formazione specifica, ridefinizione della struttura di gestione dei progetti, introduzione di nuovi strumenti o processi, e integrazione di best practice. Infine, il rapporto viene condiviso con il committente in un incontro dedicato, dove si discutono i risultati e si concordano i prossimi passi operativi.


  1. Pennypacker, J. S. & Grant, K. P. (2002). Project management maturity: an industry-wide assessment. Paper presented at PMI® Research Conference 2002: Frontiers of Project Management Research and Applications, Seattle, Washington. Newtown Square, PA: Project Management Institute. ↩︎

Formazione in gestione di progetti

Programma 'Il project manager pragmatico'

Un programma di formazione pratico che va oltre le metodologie standard, focalizzandosi sulle competenze trasversali, l'approccio alla variabilità e le strategie proattive necessarie per il successo di un progetto.

Formazione su misura

Il formatore prepara delle sessioni di formazione interattive di durata e distribuzione variabile in base alle esigenze del progetto. Non vi e’ un sillabus predefinito, ma viene costruito seguendo il filo conduttore che si vuole dare al dipartimento, a sua volta dipendente dagli obiettivi aziendali: si puo’ prediligere l’eccellenza operativa, ed orientare la formazione su strategie di efficienza, controllo di qualita’, minimizzazione di sprechi, oppure prediligere la modularita’ di esecuzione, e concentrarsi su concetti quali Agile Project Management e iterative development piuttosto che metodologie a cascata. Oppure impostare gia’ il dipartimento per una collaborazione con sedi separate, ed in tal caso vengono analizzate diverse metodologie di condivisione di piani e informazioni, e di lavoro in modalita’ asincrona.

La formazione e’ suddivisa concettualmente in moduli e argomenti, e operativamente in modalità di interazione con il formatore. Idealmente, ogni argomento avra’ una introduzione teorica, una dimostrazione di un caso studio di applicazione, ed un’ analisi collaborativa del suddetto caso studio, con lodi e critiche al metodo. Se possibile, verra’ applicato e discusso l’argomento ad una casistica presente in azienda, e discussa collaborativamente. Sempre se possibile, il materiale sui casi studio viene fornito in anticipo, cosi che il gruppo di lavoro si puo’ familiarizzare con il contesto e rendere piu’ snella la sessione di gruppo.

Carta del progetto

Un approccio strutturato e pratico per guidare le organizzazioni nella creazione e revisione del Project Charter

I portatori di interesse

Seminario sulla reportistica relativa all’analisi degli stakeholder.

Sottosezioni di Formazione

La Carta del progetto (Project Charter)

La Carta del Progetto (Project Charter) è un documento essenziale per avviare un progetto con solide fondamenta e garantire il consenso tra i diversi stakeholder. Il nostro servizio di consulenza e formazione offre un approccio strutturato e pratico per guidare le organizzazioni nella creazione e revisione di questo strumento cruciale, basandosi su oltre dieci anni di esperienza e sulla solida teoria derivata dalla certificazione CAPM® del Project Management Institute.

I Punti di Forza del Servizio

  • Esperienza decennale: Il nostro team ha lavorato su numerosi progetti complessi in settori diversi, garantendo una comprensione approfondita delle dinamiche organizzative e delle migliori pratiche per redigere una Carta del Progetto efficace.
  • Base teorica certificata: Le metodologie utilizzate si fondano sugli standard PMI, riconosciuti a livello globale, e includono gli ultimi aggiornamenti in tema di project management.

Cosa Offriamo

Pianificazione della stesura e delle revisioni

Ti insegniamo come strutturare il processo di redazione della Carta del Progetto, includendo i passaggi necessari per raccogliere e organizzare informazioni rilevanti, identificare stakeholder chiave e stabilire una roadmap per le revisioni periodiche.

Organizzazione di workshop per l’allineamento dei team

Scopri come facilitare workshop collaborativi che coinvolgano team interfunzionali e stakeholder. Ti mostriamo tecniche per favorire il dialogo, risolvere conflitti e raggiungere un accordo condiviso su obiettivi, ruoli e responsabilità del progetto.

Benefici

Grazie a questo servizio, sarai in grado di:

  • Creare una Carta del Progetto chiara e completa, che funga da base per la gestione del progetto.

  • Allineare rapidamente i team e gli stakeholder sugli obiettivi e sulle aspettative.

  • Integrare le migliori pratiche riconosciute a livello internazionale nella tua organizzazione.

I portatori di interesse (Stakeholders)

Reportistica

Breve seminario sulla reportistica relativa all’analisi degli stakeholder durante un progetto. Istruzioni chiare, suggerimenti pratici, un esempio reale e un modello scaricabile, consentendo ai project manager di tenere sotto controllo la situazione relativa ai portatori di interesse e a come contribuiscono al successo del progetto.

Framework strutturato per la reportistica

Offre sezioni chiare per inserire le informazioni sugli stakeholder, come il loro ruolo, la relazione con il progetto, le risorse controllate e il livello di impegno ed interesse.

Istruzioni annotate

Fornisce una guida passo-passo su come completare ogni sezione del report, garantendo coerenza e accuratezza nella compilazione.

Best practice per l’utilizzo

Include raccomandazioni su come utilizzare al meglio il report durante le diverse fasi del progetto, compresi aggiornamenti regolari e momenti decisionali.

Esempio reale

Presenta un esempio di report della matrice degli stakeholder applicato a un caso reale, dimostrando come utilizzare efficacemente il modello nella pratica.

Modello scaricabile

Una versione pronta all’uso e scaricabile del modello, facilmente integrabile nei processi di gestione dei progetti.

Perché ha valore

  • Fornisce un approccio strutturato per riportare costantemente le dinamiche degli stakeholder.
  • Semplifica il processo di aggiornamento delle informazioni critiche sugli stakeholder.
  • Aiuta a garantire l’allineamento, anticipare conflitti potenziali e mantenere il momentum del progetto.
  • Supporta decisioni informate.
  • Facilita la comunicazione sull’impegno degli stakeholder.

Programma 'Il project manager pragmatico'

Presentazione

Questo programma di formazione è il risultato di oltre 10 anni di esperienza nel project management. Va oltre i libri di testo per fornire strumenti pratici e suggerimenti concreti per generare valore reale dai vostri progetti.

Si tratta di una proposta che verrà poi personalizzata per la vostra organizzazione. Inizieremo con una diagnostica per comprendere le vostre esigenze, obiettivi e traguardi specifici, e poi adatteremo il programma per renderlo più adatto alle vostre esigenze.

Argomenti

  • Pianificazione proattiva e adattabilità: impara ad anticipare le esigenze del progetto, ad accogliere il cambiamento e a bilanciare una pianificazione meticolosa con un’esecuzione agile.

  • Navigare le dinamiche organizzative: padroneggia l’arte di gestire priorità non dette, agende nascoste e relazioni con gli stakeholder.

  • Comunicazione efficace: sviluppa le competenze per comunicare in modo chiaro, costruire fiducia e guidare i team.

  • Mitigare pregiudizi e presupposti: comprendi come i pregiudizi cognitivi influenzano il processo decisionale e impara a metterne in discussione i presupposti per garantire l’obiettività del progetto.

  • Fornire valore strategico: scopri come leggere tra le righe, identificare le reali esigenze degli sponsor e fornire risultati che superino le aspettative.

Modulo #1: la persona del Project Manager

Questo modulo si concentra sulle competenze personali e interpersonali che definiscono un project manager efficace, sottolineando come il ruolo sia più una questione di influenza e adattabilità che di pura gestione.

Proattività e creatività

Il ruolo del project manager richiede un approccio pratico, curioso e creativo. Discuteremo perché porsi domande, eseguire simulazioni ed esplorare nuovi metodi sono spesso più preziosi della formazione formale.

Il mito della flessibilità

Smentire l’idea che il project management sia una carriera “flessibile”. Esploreremo come il lavoro sia intrinsecamente legato agli orari e alle esigenze di stakeholder e membri del team, richiedendo un diverso tipo di disciplina.

Il manager come coach

Le qualità di un manager di successo includono l’empowerment dei team, il supporto nello sviluppo della carriera e l’interesse genuino per il successo e il benessere personale dei membri del team.

Gestire i conflitti

Tecniche per incoraggiare un conflitto sano e produttivo e i vari approcci alla risoluzione dei conflitti (es. confronto, compromesso, accomodamento, evitamento).

Modulo #2: dinamiche non dette e priorità

Questo modulo esplora i segnali nascosti e le realtà politiche che influenzano il successo del progetto, in particolare per quanto riguarda la definizione e la comunicazione delle priorità.

Comprendere le priorità

Analizzare come le priorità reali spesso deviano dai piani formali. Vedremo come leggere i segnali sottili della dirigenza, come un improvviso aumento delle richieste di aggiornamento o la modifica all’ultimo minuto di riunioni, per anticipare e adattarsi alle nuove priorità.

Riunioni e agende

Ogni riunione ha sia un’agenda esplicita (i punti di discussione ufficiali) che un’agenda nascosta (gli obiettivi politici o personali sottostanti). Discuteremo come tenere traccia di entrambe per garantire che tutti gli obiettivi siano raggiunti e per navigare efficacemente nel panorama politico del progetto.

Riunioni e fiducia

Esamineremo come la mancanza di fiducia possa portare a riunioni inefficienti e micro-gestite, in cui nessuno può fornire valore reale.

Modulo #3: fondamentali di pianificazione ed esecuzione

Questo modulo copre gli strumenti e i framework essenziali per la pianificazione e l’esecuzione del progetto, enfatizzando un approccio modulare e proattivo.

Pensa lentamente, agisci rapidamente

Discuteremo come dedicare tempo e sforzi significativi a una pianificazione approfondita, seguita da un’esecuzione rapida e decisa, aiuti a ottenere risultati in modo più prevedibile.

Delegare i risultati, non le attività

Una competenza manageriale critica è responsabilizzare i membri del team delegando la responsabilità per un risultato desiderato piuttosto che per una specifica azione.

Modularità nei progetti

Basandoci sul concetto del libro “How Big Things Get Done”, discuteremo i vantaggi di trasformare le procedure di lavoro in “blocchi LEGO” documentati e riutilizzabili per migliorare l’efficienza e ridurre i costi legati al turnover.

Il Project Charter

Un documento di pianificazione chiave che definisce lo scopo, l’ambito e gli obiettivi di un progetto.

Gestione degli stakeholder

Un’analisi approfondita su come identificare, analizzare e coinvolgere gli stakeholder. Vedremo strumenti come la griglia potere/interesse e la matrice RACI (responsabile, rendicontabile, consultato, informato) per definire ruoli e piani di comunicazione.

Work Breakdown Structure (WBS)

Lo strumento di pianificazione fondamentale per scomporre un progetto in parti gestibili. Discuteremo come creare una WBS che sia sufficientemente dettagliata da essere utile senza sfociare nella micro-gestione.

Modulo #4: Prioritizzazione avanzata e documentazione

Questo modulo fornisce uno sguardo approfondito su tecniche di prioritizzazione, pregiudizi comportamentali e pratiche di documentazione.

Pregiudizi comportamentali nel project management

Una panoramica dei principali pregiudizi come il bias dell’ottimismo, la fallacia della pianificazione e l’ancoraggio. Discuteremo come identificarli e mitigarli per prendere decisioni più obiettive.

Tecniche di prioritizzazione e decisione

Esploreremo framework pratici per prendere decisioni migliori, tra cui la Regola 80/20, l’identificazione dei colli di bottiglia, il workshop dei 6 cappelli, l’uso di stime approssimative (ballpark estimates) e lo sviluppo di una “Teoria del Cambiamento” per garantire che le tue azioni portino ai tuoi obiettivi.

Documentazione e Checklist

Esploreremo diversi metodi di documentazione, come la narrativa di 6 pagine di Amazon e il ruolo delle checklist. Sfideremo anche la visione convenzionale delle checklist, suggerendo che possono essere uno strumento di crescita includendo compiti che spingono il team fuori dalla sua zona di comfort.

Gestione della qualità

Definire e implementare una politica della qualità. Questa sezione tratterà l’importanza della soddisfazione del cliente, del miglioramento continuo (Plan-Do-Check-Act) e della responsabilità della gestione.

Lessons Learned

L’importanza di condurre una revisione formale alla fine di un progetto per documentare successi, fallimenti e migliori pratiche per progetti futuri.

Supporto su progetti in corso

Un programma di collaborazione per:

  • applicare i concetti trattati durante la formazione su progetti reali, per impostare ed iniziare la pratica strutturata di gestione dei progetti.
  • essere supportati via remoto sull’implementazione della teoria, usando gli strumenti di vostra scelta.

Collaborazione

Una volta assimilato il quadro teorico, l’apprendista applichera’ i concetti su casistiche reali presenti in azienda.

Il formatore sara’ a disposizione in modalita’ sincrona (videoconferenza, messaggistica istantanea) per collaborare nell’applicazione dei concetti, nel migrare materiale gia’ esistente, nel pianificare ed organizzare il lavoro iniziale.

Supporto remoto

L’apprendista sara’ a questo punto autonomo, ma potrebbe richiedere un leggero supporto se nuove casistiche, non contemplate inizialmente, emergono nella praticita’. Il formatore sara’ a disposizione in modalita’ asincrona (email, messaggistica istantanea in finestre temporali predefinite) per approfondimenti, spiegazioni e supporto su risoluzione di problemi.

Gestione progetti 'a gettone'

Il servizio

Forniamo un direttore di progetto dedicato alle vostre esigenze, concentrato a portare a termine la richiesta senza bisogno di formazione specifica, eccetto quella strettamente pertinente all’iniziativa.

Suggerimento

Questa soluzione ha l’enorme vantaggio di consentire alle organizzazioni di concentrarsi sulle proprie priorità aziendali, delegando la gestione dei progetti a un partner specializzato.

Adatto a chi manca di risorse interne per portare avanti un’iniziativa urgente ed importante. Il direttore di progetto adattera’ metodologie provatesi robuste in letteratura (ad esempio, ma non solo, il Project Management Body of Knowledge), adattando alle specificita’ della vostra azienda.

Esempi di applicazione

Che tu abbia bisogno di risorse a breve o lungo termine, offriamo competenze e flessibilità in:

  • Recupero di progetti problematici: diagnostichiamo rapidamente le criticità, correggiamo la rotta e rimettiamo i progetti in carreggiata.
  • Leadership temporanea: gestiamo PMO e organizzazioni simili, per periodi brevi o lunghi, con la possibilità di restituirtele quando sei pronto.
  • Colmare lacune nelle competenze: offriamo supporto in aree specifiche, come la gestione dei rischi, per integrare le competenze del tuo team.

L’esecuzione

Il direttore di progetto procedera’ all’esecuzione secondo le procedure standard di gestione progetti, adattate all’avanzamento lavori corrente e alle unicita’ della vostra realta'.

Probabilmente non mancheranno:

  • Selezione della metodologia di gestione progetti in base a risorse e risultati attesi (ad esempio: /Agile/, a cascata, ibrido)
  • Definizione dello scopo del progetto
  • Stesura del contratto di progetto per pianificazione economico-finanziaria e calendarizzazione
  • Valutazione di rischi e scenari alternativi
  • Selezione delle risorse
  • Stesura del piano di progetto
  • Esecuzione
  • Comunicazioni periodiche
  • Conclusione
  • Archiviazione dei documenti prodotti presso il vostro archivio

Il direttore di progetto puo’ anche prendere in mano progetti gia' avviati che vanno continuati, rivisti, o dirottati su altri obiettivi.

Vantaggi della soluzione ‘a gettone’

Rapidità e semplicità nell’avvio di nuovi progetti

Il PM consente di evitare i costi e i ritardi legati alla ricerca, selezione e onboarding di nuove risorse, fornendo un team di esperti già operativo e pronto a partire.

Ottimizzazione delle prestazioni e visibilità

Il servizio offre strumenti avanzati per monitorare le tempistiche, le prestazioni, i rischi e il valore acquisito, migliorando la trasparenza e il supporto decisionale.

Concentrazione sugli obiettivi strategici

Permette alle organizzazioni di focalizzarsi sugli esiti di qualità e sul raggiungimento degli obiettivi aziendali, delegando compiti complessi come il training, la gestione HR e il monitoraggio dei progetti.

Focalizzazione su priorità critiche

Con un Project Manager dedicato, è possibile garantire che le attività essenziali siano seguite con attenzione e senza dispersioni, riducendo la complessità della gestione operativa e mantenendo il progetto allineato agli obiettivi strategici.

Riduzione della complessità decisionale

Un Project Manager esperto semplifica il processo decisionale fornendo analisi chiare, visibilità sui progressi e raccomandazioni basate sui dati, permettendo all’organizzazione di concentrarsi sulle strategie di lungo termine.

Cultura del dato e delle misurazioni

A network representation of the topic model describing the scientific literature of AI and Business. A network representation of the topic model describing the scientific literature of AI and Business.
Workshop: Applica l’intelligenza artificiale alla tua azienda

Per fare chiarezza su come le moderne tecnologie possono venire applicate ai tuoi processi e catene di valore

Per saperne di piú

Esempio: digitalizzazione e IA in una piccola azienda

Esempio: miglioramento operativo in un’azienda di ricerche di mercato

Workshop: digitalizza la tua azienda

Per valutare il tuo livello di digitalizzazione e pianificare la trasformazione verso l’Industria 4.0

Per saperne di piú

La cultura del dato

Rappresenta la capacità di un’organizzazione di integrare, interpretare e utilizzare in modo sistematico le informazioni digitali a supporto delle decisioni strategiche e operative. Non significa soltanto avere accesso a un vasto insieme di dati, ma soprattutto disporre delle competenze e dei processi necessari per estrarne valore. In un contesto in cui l’Intelligenza Artificiale, i sistemi di analisi avanzata e la gestione dei dati in tempo reale stanno ridefinendo i modelli di business, abbracciare questa cultura equivale a sviluppare un approccio incentrato su evidenze misurabili e aggiornate. Solo così è possibile anticipare i trend di mercato, ottimizzare l’esperienza del cliente e favorire una crescita sostenibile della produttività e della competitività.

Adottare una cultura del dato significa anche riconoscere che le intuizioni e le esperienze non bastano più: occorre fondere la sensibilità manageriale e la capacità di lettura dei segnali di mercato con competenze analitiche, tecnologiche e organizzative. Ciò implica creare team multidisciplinari, investire nella formazione del personale, ridefinire i processi decisionali e stabilire infrastrutture dati efficaci. È una trasformazione culturale profonda, che si affida al dato per costruire un ecosistema in cui ogni singolo attore – dall’operatore sul campo al top management – può contribuire alla crescita dell’impresa, accedendo a informazioni tempestive e pertinenti. In questo modo, le aziende non solo rispondono con maggiore precisione alle esigenze dei clienti, ma si pongono in una posizione privilegiata per innovare e prosperare in mercati sempre più complessi e interconnessi.

Misurare

La capacità di misurare adeguatamente i propri processi di business rappresenta il fondamento di ogni strategia “data-driven”. Senza metriche coerenti, strumenti di analisi affidabili e un flusso costante di dati accurati, l’azienda non può comprendere appieno il proprio funzionamento né identificare le aree di miglioramento. Una solida metodologia di misurazione, che includa sistemi di raccolta dei dati ben definiti, controlli di qualità e protocolli di verifica, garantisce informazioni attendibili su cui basare le decisioni. In questo modo, diventa possibile analizzare le performance in termini operativi, finanziari e di mercato, rilevando inefficienze, strozzature nei processi e opportunità di innovazione.

Sviluppare una metodologia di misurazione robusta non è solo una questione tecnica, ma anche organizzativa e culturale. È necessario formare il personale, definire responsabilità chiare e allineare i vari reparti attorno a obiettivi comuni di qualità del dato. L’investimento in strumenti e competenze analitiche va di pari passo con la definizione di procedure trasparenti, affinché ogni rilevazione risulti significativa e utilizzabile. Solo così, l’impresa può costruire una “misura” condivisa che, oltre a supportare le decisioni tattiche, alimenti un ciclo virtuoso di miglioramento continuo, in cui ogni elemento della catena del valore contribuisce al raggiungimento di risultati più alti, tangibili e sostenibili.

Workshop: AI nella tua azienda

Un workshop concreto e contestualizzato per guidarti nel comprendere come le soluzioni tecnologiche possano generare valore reale per il tuo business.

Workshop: digitalizza la tua azienda

Esplora il tuo potenziale digitale con un approccio strutturato

Caso esempio #1

Digitalizzazione e intelligenza artificiale in una piccola azienda installazione impianti elettrici

Caso esempio #2

Miglioramento operativo in un'azienda di ricerche di mercato

Sottosezioni di Cultura del dato e delle misurazioni

Applica l'intelligenza artificiale alla tua azienda

Motivazione

Concetti quali digitalizzazione, cloud, intelligenza artificiale (IA), vogliono dire molto e niente se non vengono messi nel contesto della tua industria e della tua azienda. Questo workshop e’ orientato a fare chiarezza su come le moderne tecnologie, in cui l’IA occupa un ruolo centrale per la sua vastita’ di applicazioni possibili, possono venire applicate ai tuoi processi e catene di valore, cosi’ da aumentare il successo e l’allineamento dei risultati con la tua strategia.

Grazie a un approccio concreto e contestualizzato, il workshop ti guiderà nel comprendere come le soluzioni tecnologiche possano generare valore reale per il tuo business.

Lo sapevi che …

L’intelligenza artificiale è integrata in molti strumenti di uso quotidiano, incluso LinkedIn Sales Navigator, dove migliora l’efficienza e la precisione nella generazione di lead e nelle attività di outreach.

  • L’IA analizza i lead salvati, le ricerche e le connessioni per consigliare nuovi potenziali clienti o account che corrispondono al tuo target.
  • Strumenti basati sull’IA, come Relationship Explorer, rivelano connessioni tra te e potenziali clienti, come contatti in comune, per facilitare presentazioni e costruire relazioni.
  • L’IA fornisce aggiornamenti in tempo reale sulle attività degli account, come cambiamenti di ruolo, tendenze di assunzione o priorità aziendali, consentendo un outreach più efficace e tempestivo.
  • L’IA ottimizza l’uso dei filtri di ricerca per aiutarti a identificare i prospect più rilevanti, imparando dalle interazioni e preferenze passate.
Esempio: digitalizzazione e intelligenza artificiale in una piccola azienda installazione impianti elettrici

Scopri un caso pratico di questo prodotto: dall’incontro iniziale al rapporto finale, attraverso un’analisi esplorativa, l’individuazione delle aree di intervento, il contratto di collaborazione, il lavoro di ricerca, il questionario di condivisione e valutazione delle idee, ed il workshop di discussione.

Per saperne di piú

Processo

Definizione dell’esigenza

Si puo’ partire da un bisogno dell’azienda, ad esempio la consapevolezza di poter aumentare il margine, i volumi o il fatturato a causa di un vantaggio competitivo, contrastata da una percezione di obsolescenza delle piattaforme gestionali. Ma si puo’ anche partire dalla realizzazione che l’IA progredisce rapidamente intorno a noi, e che potrebbe esserci una soluzione su misura per il modello di business del cliente che attende solo l’implementazione e la trasformazione in vantaggio competitivo.

Come per gran parte delle consulenze, si lavora con il committente nei primissimi incontri per trasformare l’esigenza in una base per una collaborazione: ad esempio, accordarsi sulla domanda da risolvere “Cosa puo’ fare l’IA per il mio business, per aumentare il mio margine mantenendo invariate tutte le altre metriche aziendali strategiche, a partire dalla soddisfazione degli impiegati e dei clienti”.

Allineamento sugli obiettivi

Il consulente, in collaborazione con il committente, chiarisce gli obiettivi del workshop ed esamina il livello di maturità dell’azienda in relazione al tema da analizzare. Questo processo è personalizzato e può prevedere:

  • Interviste ai responsabili dei reparti tecnici e operativi.
  • Questionari interni per raccogliere il livello di familiarità con l’IA.
  • Analisi sul campo delle attività operative, amministrative, e specifiche in oggetto.

É in genere durante questa fase che si valuta se ci sono i presupposti per una collaborazione, e si stendono i termini di un contratto.

Esempio: approccio iniziale, colloquio esplorativo e identificazione delle esigenze

Preparazione della lista di argomenti

In base alle esigenze emerse, il consulente elabora una lista di argomenti da discutere durante il workshop, per assicurare che si affrontino i punti più importanti e promettenti.

Il consulente e il coordinatore definiscono insieme quali argomenti trattare in presenza durante il workshop e quali delegare ad attività asincrone (questionari, discussioni online) per ottimizzare il tempo dedicato.

Esempio: analisi esplorativa

Arricchimento della lista di argomenti

Una volta definita la lista, il consulente cerca casi studio, letteratura di settore e soluzioni tecnologiche per arricchire il workshop di esempi pratici.

Esempio: analisi di processi o soluzioni IA disponibili sul mercato

Definizione dell’agenda del workshop

Il consulente propone un’agenda al coordinatore, che la valuta tenendo conto dei tempi e delle esigenze interne. Spetta al consulente assicurare che tutti gli argomenti concordati vengano affrontati in modo adeguato.

In linea di massima, per ciascun argomento il consulente si occuperà di:

  • Intavolare una discussione sullo stato attuale, evidenziando punti di forza e di debolezza.
  • Presentare i risultati della propria ricerca e i relativi casi studio.
  • Guidare un brainstorming su come applicare i concetti emersi all’azienda, raccogliendo una prima graduatoria di importanza delle diverse opzioni in base alla percezione immediata dei partecipanti.

Verranno selezionati i partecipanti più idonei al workshop (tecnici, responsabili di magazzino, IT, gestione clienti) e, se necessario, si richiederanno informazioni preliminari tramite questionari, per ottimizzare la sessione. Massima attenzione verra’ data a valorizzare il tempo investito dai partecipanti durante il workshop, e a lasciare ad altri momenti attivita’ che possono essere svolte in modalita' asincrona.

Il consulente condividerà materiali di riferimento (slide, articoli, case study) in anticipo.

Esempio: analisi dei risultati e preparazione dell’agenda del workshop

Durante il workshop

Vengono utilizzati ausili come lavagne, post-it, e le sessioni saranno registrate in modo da non dover dedicare risorse preziose al mantenere appunti sul momento.

Sara’ responsabilita’ del consulente di assicurare che il workshop risponda alla richiesta iniziale, moderando le parti meno rilevanti della discussione e stimolando quelle piu’ di valore.

Dopo il workshop: priorizzazione

Dopo la discussione, il consulente analizza e aggrega i risultati grezzi raccolti, trasformandoli in un rapporto preliminare che include una stima dell’impegno necessario per l’implementazione di ogni soluzione e del valore di ritorno previsto.

Questionnaire Questionnaire

In seguito, il consulente prepara un questionario, presentando le proposte identificate insieme a dettagli sull’impegno richiesto e sul valore atteso, lasciando spazio per commenti e opinioni dei destinatari. I partecipanti avranno qualche giorno per completare il questionario, aggiungendo commenti utili per definire l’importanza e urgenza relativa delle soluzioni identificate.

Infine, il consulente integra i risultati del questionario con le analisi preliminari per elaborare un rapporto finale, che offre una panoramica completa delle soluzioni prioritarie e delle loro implicazioni, accompagnata da indicazioni su costi, benefici e strategie di implementazione.

Esempio: risultati

Conclusione della collaborazione

Verrà inoltre fornito un questionario di soddisfazione per valutare l’efficacia del workshop e migliorare eventuali edizioni future.

Workshop: digitalizza la tua azienda

The book scanner in the Aschaffenburg City and Collegiate Archives, central section The book scanner in the Aschaffenburg City and Collegiate Archives, central section

Esplora il tuo potenziale digitale con un approccio strutturato

Il nostro workshop di analisi della digitalizzazione offre un’indagine approfondita sullo stato attuale della tua azienda, mettendo in luce punti di forza, aree di miglioramento e opportunità di allineamento con le tecnologie avanzate dell’Industria 4.0. Basato su un framework riconosciuto a livello globale, il Smart Industry Readiness Index (SIRI), applicato secondo le linee guida della pubblica amministrazione britannica, e personalizzato secondo le tue esigenze, questo servizio fornisce una diagnosi completa per aiutarti a comprendere meglio il tuo livello di maturità digitale e identificare i passi pratici verso la trasformazione tecnologica.

Informazione

Un vantaggio competitivo per il tuo futuro

Il nostro workshop ti permette di ottimizzare i processi operativi, aumentare la produttività e prepararti alle sfide del futuro. Inoltre, ti supportiamo nell’attrarre e trattenere giovani talenti motivati, offrendo loro un ambiente di lavoro tecnologicamente avanzato e stimolante. Aiutera’ a rispondere a domande quali:

  • La tua organizzazione è in grado di utilizzare efficacemente i dati per generare valore e raggiungere obiettivi strategici?
  • Quali sono le tue principali priorità (-> aree in cui investire) per migliorare e mantenere la maturità nell’uso dei dati?
  • Quali sono i rischi, o mancate opportunita’, derivanti dalle aree in cui la maturità nella digitalizzazione è bassa?

Misurare il valore apportato dalla digitalizzazione comporta delle sfide. Secondo il 73% degli intervistati, l’incapacità di definire chiaramente gli impatti o le metriche è un ostacolo significativo. Inoltre, le difficoltà nella raccolta dei dati e la presenza di silos organizzativi sono tra i primi tre ostacoli allo sfruttare appieno le potenzialita’ della digitalizzazione.

Measuring digital value comes with its challenges. According to 73% of respondents, the inability to clearly define impacts or metrics is a significant obstacle. Additionally, difficulties in collecting data and the presence of organizational silos are among the top three barriers. — Deloitte, Mapping Digital Transformation Value - The Metrics that Matter

Un processo chiaro per risultati tangibili

Attraverso una metodologia consolidata, il nostro workshop combina analisi strutturata, brainstorming collaborativo e casi studio pratici per creare soluzioni su misura per la tua azienda. A partire da una valutazione iniziale tramite il questionario SIRI, fino alla consegna di un rapporto finale con una roadmap strategica, il nostro approccio assicura che ogni passaggio sia orientato a massimizzare il valore per la tua organizzazione. Con il nostro supporto, sarai in grado di affrontare la trasformazione digitale con consapevolezza, metodo e successo.

Una metodologia collaudata

La metodologia della diagnostica e’ ispirata alle linee guida del UK Central Digital and Data Office, ed adattata alla tua industria, al tuo modello di business, e alla tua azienda.

Questo framework si basa su dieci punti di forza:

  • Prendere decisioni con i dati: L’uso dei dati per migliorare il lavoro che svolgi.
  • Conoscere i dati a disposizione: Il modo in cui registri, cataloghi e conservi i dati che possiedi.
  • Disporre delle competenze e conoscenze adeguate sui dati: Il livello di “alfabetizzazione” sul tipo di dati in esame e sulle analisi necessarie e/o gia’ presenti nella tua organizzazione.
  • Avere i sistemi adeguati: Gli strumenti e i sistemi che hai a disposizione per gestire e utilizzare efficacemente i dati e le analisi.
  • Gestire i tuoi dati: Come poi concretamente gestisci i dati per garantirne l’usabilità.
  • Proteggere i tuoi dati: L’efficacia dei tuoi sistemi IT, delle competenze e delle policy nel mantenere i dati sicuri.
  • Gestire e utilizzare i dati in modo etico: Nella pianificazione, nella raccolta e nel loro utilizzo.
  • Definire lo scopo dei dati: Comprendere il valore dei dati per quanto riguarda le politiche, strategie e principi presenti nella tua organizzazione.
  • Coinvolgere gli altri: Il tuo coinvolgimento con altri nell’ecosistema dei dati.
  • Assumersi la responsabilità dei dati: Come garantisci che ci siano persone nella tua organizzazione che hanno il ruolo di responsabili dei dati.

Il quadro di valutazione completo è ampio; invece di valutare ogni riga, selezioneremo le misure che contano davvero in quanto importanti/rilevanti.

In dettaglio: una proposta di metodologia

Incontro iniziale e Definizione degli Obiettivi

: Il consulente discute con il committente gli obiettivi principali della collaborazione, assicurandosi di comprendere le esigenze specifiche dell’azienda e le aspettative sul workshop.

Formalizzazione dell’Accordo

  • Il consulente prepara una bozza del contratto di collaborazione, includendo obiettivi, tempistiche, modalità operative e dettagli sulle fasi intermedie.
  • La bozza viene rivista con il committente per assicurare che entrambe le parti siano allineate.

Somministrazione del Questionario SIRI

  • Il consulente invia al committente il questionario basato sullo Smart Industry Readiness Index (SIRI), progettato per stimolare la riflessione interna sull’attuale stato di digitalizzazione aziendale.
  • Il committente può decidere se compilare il questionario personalmente o delegarne la compilazione ai membri del team più appropriati. Se necessario, più utenti possono contribuire alle risposte.
  • L’obiettivo non è ottenere un risultato quantitativo, ma avviare discussioni e fornire spunti utili per le fasi successive. Il questionario non richiede una compilazione esaustiva per essere efficace: domande non pertinenti possono essere lasciate in sospeso o ignorate.

Analisi delle Risposte e Pianificazione del Workshop

  • Il consulente analizza le risposte al questionario e utilizza altre fonti, come storie di successo e casi studio del settore, per arricchire i risultati.
  • In base alle informazioni raccolte, propone al committente una lista di punti di discussione e argomenti da affrontare durante il workshop.
  • Dopo aver concordato con il committente gli argomenti, il tempo a disposizione e i partecipanti, il consulente elabora l’agenda dettagliata del workshop.

Erogazione del Workshop

Durante il workshop in presenza, si seguono le seguenti attività:

  • Discussione sullo stato attuale: Analisi dei punti di forza e di debolezza dell’azienda rispetto agli argomenti selezionati.
  • Presentazione di casi studio: Condivisione delle ricerche del consulente e di esempi pratici rilevanti.
  • Brainstorming collaborativo: Discussione interattiva per esplorare come applicare le idee emerse e le tecnologie innovative all’azienda.
  • Valutazione preliminare: Raccolta di una prima classificazione delle idee in base alla loro rilevanza e al loro impatto percepito dai partecipanti.

Sintesi Post-Workshop e Secondo Questionario

Dopo il workshop, il consulente analizza i risultati emersi e prepara un secondo questionario mirato a prioritizzare le idee raccolte durante la sessione, identificando le iniziative con il massimo potenziale strategico.

Rapporto Finale e Prossimi Passi

Basandosi sui risultati del secondo questionario e delle discussioni, il consulente prepara un rapporto finale che include:

  • Una sintesi delle aree di forza e miglioramento.
  • Una roadmap dettagliata con i suggerimenti per i prossimi passi.
  • Raccomandazioni pratiche per implementare soluzioni di digitalizzazione e migliorare la compatibilità con le tecnologie Industria 4.0.

Il rapporto viene condiviso e discusso con il committente, fornendo un punto di partenza per future iniziative di trasformazione digitale.

Caso esempio: digitalizzazione e intelligenza artificiale in una piccola azienda installazione impianti elettrici

Approccio iniziale e colloquio esplorativo

Una piccola impresa di installazione di impianti elettrici, di circa trenta persone tra amministrazione, tecnici e operatori installatori, contatta il consulente e richiede un incontro esplorativo. Si parte grossomodo da questa richiesta da parte della persona che definiremo d’ora in poi “committente”:

Altre aziende, più grandi, del mio consorzio, stanno implementando soluzioni di IA nella loro operatività quotidiana, ma noi non abbiamo conoscenze, personale e nemmeno tempo da dedicare a questo. Inoltre facciamo le cose in maniera unica, e siamo diffidenti che le soluzioni che vanno bene a molti si possono applicare facilmente anche a noi senza problemi. Ciononostante, siamo consapevoli che il settore si evolve, e vorremmo investire in un’analisi esplorativa del nostro business.

Durante un primo incontro esplorativo, il consulente determina che, mentre c’è la volontà di esplorare e anche cambiare, se questo porta a benefici, la dirigenza dell’azienda non sa da dove partire e non vuole intraprendere un lungo percorso di valutazione di ogni area del suo business. Ritiene che tutto sommato le cose vanno bene, e

cavallo che vince non si cambia

Ciononostante, il consulente offre di preparare un’agenda per una discussione interna all’azienda, in modo da dare voce a quell’impressione soggettiva che le cose vanno bene, ma potrebbero andare meglio

Con tutta l’innovazione e il progresso tecnologico là fuori.

Il consulente individua degli argomenti generici del settore, ed offre di far compilare un formulario a tutti i dipendenti per raccogliere idee e opinioni. Essendo ancora una fase iniziale pre-contrattuale, il consulente non ha accesso a dati aziendali confidenziali quali la lista dei dipendenti, e informazioni più dettagliate sul modello di business, quindi il questionario sarà abbastanza generico e a risposta aperta, e verrà inviato solo al committente o ai delegati, che inoltreranno poi internamente. Il consulente riceverà solo risposte anonime. La lista degli argomenti include le seguenti aree:

  • gestione degli interventi: tipi di intervento, calendarizzazione, risorse umane per intevento, strumentazione, consumabili, analisi a priori di fattibilità, pianificazione dell’intervento, gestione a posteriori, relazione con il cliente e con gli operatori sul posto.
  • gestione del magazzino: consumabili di basso valore aggiunto (materiali per il trasporto, pulizia, etc), consumabili ad alto valore aggiunto (nastri, cavi, pannellistica), materiale elettrico ed elettronico (processori, centraline, segnalatori, attuatori), dispositivi di protezione individuale, parco automezzi, catena di approvvigionamento e relative alternative straordinarie
  • gestione degli operatori: formazione, sicurezza e salute, turnover, procedure di sostituzione ordinaria ed extraordinaria, motivazione, incentivazione, obiettivi e misurazione, retribuzione.
  • gestione della conoscenza: diari di intervento, liste di clienti, calendari di successivi interventi sugli impianti, archivio di manuali e data sheets, procedure standard e non, aggiornamento listino prezzi.
  • ricerca e sviluppo: aggiornamenti su nuove tecnologie, partecipazione a conferenze di settore, consorzi industriali, nuovi clienti, nuove aree o regioni.
  • gestione dei clienti: fatturazione e pagamenti, base dati clienti, campagne di pubblicità, analisi del mercato, soddisfazione

Ricevuti i risultati secondo le tempistiche concordate con il committente, il consulente aggregerà le risposte e le presenterà al committente sotto forma di una proposta di agenda di discussione all’interno della dirigenza dell’azienda, e si mette a disposizione per successivi riscontri.

Nota

Questa è una fase pre-contrattuale abbastanza comune nei rapporti di consulenza, ma la modalità varia molto in base alle richieste e alle parti coinvolte. Ognuno si posiziona dove crede e trova il suo compromesso tra quantità di lavoro non retribuito e la necessità di analisi esplorative per definire richieste altrimenti dubbie, sfocate o addirittura infondate che non portano valore né all’azienda né al consulente.

Identificazione delle esigenze

Dopo uno scambio di opinioni tra amministrazione e installatori, viene percepito come problematica una gestione del magazzino organizzata “a vista”, dove si mantengono tutti i componenti ordinati su scaffali in vista per gli operatori. Gli installatori possono camminare tra i contenitori ed rapidamente raccogliere il necessario per la giornata, e prendere i relativi manuali e datasheet ordinati sotto ciascun contenitore, per una successiva consultazione sul campo. L’amministrazione accede alla scaffalatura ogni giorno, e prende nota, semplicemente guardando, dei componenti che stanno per esaurirsi.

In dettaglio, i problemi percepiti dall’azienda:

  • Questo sistema era valido nei decenni precedenti, quando l’inventario contava poche centinaia di modelli di articoli. Al giorno d’oggi l’azienda ha a che fare con più di 1500 diversi articoli, rendendo necessarie a volte doppie scaffalature (piazzamento di modelli simili nel retro di contenitori già esistenti) che nascondono di fatto parte dell’inventario.
  • Gli installatori lamentano l’assenza frequente di manuali da consultare, dopo che gli stessi sono stati presi dalla squadra precedente. Negli ultimi tempi si è ovviato a questo con fotocopie preventive, o ricerca e consultazione sul campo di manuali online.
  • Il tempo necessario per la verifica quotidiana dell’inventario, e il relativo approvvigionamento, si è dilatato, con i relativi problemi del caso: necessità di mettere da parte altre attività, o cancellazione della stessa verifica a giorni saltuari, generando una cascata di ritardi su lavori programmati per mancanza di materie prime.

Una delle domande a cui questo workshop intende rispondere potrebbe essere:

Dettagli

Come posso digitalizzare e/o applicare l’IA alla mia realtà per migliorare la gestione dell’inventario?

Gli obiettivi primari identificati sono:

  • Ottimizzazione amministrativa: riduzione del tempo di amministrazione, con conseguente re-impiego del tempo risparmiato in attività di ricerca e sviluppo (R&D) su:

    • aggiornamento dei componenti esistenti con equivalenti più performanti;
    • consultazione riviste di settore, ed esplorazione di nuove tecnologie;
    • negoziazione di termini più favorevoli con i fornitori a fronte di maggiore stabilità e regolarità degli ordini;
  • Ottimizzazione operativa: Riduzione del tempo dell’operatore sul campo per consultare manuale, con conseguente aumentata produttività e soddisfazione di operatore e cliente finale.

  • Eliminazione ritardi: eliminazione di ogni ritardo dovuto a mancata disponibilità di magazzino.

Il contratto

Il conseguente accordo di consulenza conterrà i seguenti termini:

  • Oggetto della prestazione: il Consulente fornirà un’analisi operativa sull’applicabilità delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale alla gestione del magazzino identificando aree di intervento con il massimo potenziale per raggiungere gli obiettivi indicati.

  • Prodotti (“deliverables”): la consulenza includerà:

    1. Un audit strutturato dei processi aziendali esistenti e in oggetto, con relativa analisi della catena del valore, delle tempistiche e utilizzo di risorse.
    2. Una relazione sulle tecnologie disponibili ed applicabili, con relativa analisi iniziale su costi/benefici applicata ai processi individuati al punto a).
    3. Un questionario di valutazione delle idee individuate al punto b), con l’obiettivo di raccogliere opinioni da operatori e amministratori del magazzino.
    4. Distribuzione del questionario al punto c) tramite un formulario compilabile utilizzando un browser, e relativa raccolta dei risultati.
    5. Analisi dei risultati del punto d), e preparazione di un’agenda per un workshop di discussione con una selezione di responsabili amministrativi e operativi del magazzino.
    6. Moderazione del workshop e raccolta dei risultati.
    7. Elaborazione dei risultati e produzione di una lista di raccomandazioni di implementazione, con relative analisi di costi/benefici aggiornata con i risultati del questionario e del workshop

Analisi esplorativa

Per creare l’audit strutturato dei processi aziendali esistenti e in oggetto, ci si concentrerà su:

  • Identificazione dei dati necessari: quali dati ci servono per misurare l’avanzamento verso il raggiungimento di ogni obiettivo. Ad esempio:

    • Ottimizzazione amministrativa: tempo dedicato per la gestione del magazzino in un’unità di tempo.
    • Ottimizzazione operativa: efficienza nella consultazione delle informazioni necessarie sul campo; numero di casi in cui queste non erano proprio disponibili “a portata di mano”.
    • Eliminazione ritardi: numero di casi in cui un componente necessario per effettuare una prestazione non è disponibile in magazzino, rendendo necessario una nuova pianificazione.
  • Identificazione dei dati disponibili: le metriche al punto precedente non sono correntemente raccolte regolarmente nell’azienda cliente, ma si limitano a valutazioni soggettive informate. Si reputa utile raccogliere invece evidenze più robuste per valutare l’efficacia del percorso di implementazione delle soluzioni individuate. A questo proposito, il consulente coordinerà l’audit per tutta la durata della collaborazione.

    La raccolta di questi dati avverrà tramite formulari online; gli interessati riceveranno una email il venerdi’ mattina, e la compilazione avverrà entro la fine della giornata. Le risposte saranno di tipo risposta multipla, o scala di valori. Il tempo di compilazione non dovrà superare i tre minuti, dall’apertura della email all’invio del formulario completato.

  • Analisi dei processi in essere relativi ad ogni obiettivo: il consulente intervisterà i diretti interessati a questi processi, mediante una videochiamata o, se possibile/conveniente, un’affiancamento sul campo. Successivamente, preparerà le analisi della catena del valore, delle risorse utilizzate e delle tempistiche, partendo dalle informazioni raccolte. Condividerà i risultati intermedi con i diretti interessati per assicurare la mutua comprensione delle informazioni scambiate.

Nota

Se un processo/informazione non è rilevante per il raggiungimento degli obiettivi, non verrà analizzata. L’obiettivo della consulenza non è produrre documenti o riempire caselle, bensi’ produrre reciproco valore per il cliente e per il consulente. I diretti interessati hanno il diritto e dovere di esprimere dubbi se notano il discorso andare in direzioni che non portano verso questo obiettivo.

Un esempio di questa analisi, riguardante l’obiettivo “ottimizzazione amministrativa”, è la seguente:

Attivita’ dell’amministratore di magazzino Note positive Note negative Aggiunge valore?
Si reca in magazzino Ha modo di staccarsi dalla postazione e riordinare le idee. E’ stato percepito molto spesso come un momento generalmente produttivo. Il magazzino contiene attrezzature “pesanti” e richiede dispositivi di protezione individuali di genere diverso dall’ufficio. L’amministratore deve indossare scarpe adatte e casco, come da normale procedura di prevenzione degli infortuni. Poco. La produttivita’ derivante dallo staccarsi dalla postazione non e’ attribuibile al processo in oggetto, ma potrebbe derivare da qualunque spostamento fisico dell’attivita’ corrente.
Cammina tra scaffali e guarda tutti i contenitori   Alcuni contenitori di articoli simili sono stati posizionati uno dietro l’altro per mancanza di spazio. Questi vanno spostati manualmente per verificarne il contenuto. Negativo. Il “disordine” spesso percepito causa stress e lavoro non pianificato di movimento e riorganizzazione.
Prende nota dei contenitori “a rischio” (semivuoti) Ha sviluppato un codice di inserimento molto semplice ed efficace: numero scaffale, numero contenitore, vuoto/a rischio/da monitorare. In questo modo, prende nota non solo degli ordini da effettuare, ma anche degli articoli da controllare nelle volte successive, per minimizzare il rischio di perderli. Poco. Pur prendendo nota degli articoli da monitorare, questi devono comunque essere controllati tutte le volte, in quanto non abbastanza pochi da giustificare un ordine immediato.
Si reca in ufficio Al contrario dell’andata, spesso l’amministratore e’ sotto pressione in quanto consapevole delle urgenze accumulate. L’effetto produttivo percepito a priori viene quasi annullato. Poco.
Piazza ordini per ogni articolo con scarsa disponibilità Molte piattaforme suggeriscono prodotti similari, o piu’ moderni, durante la procedura di inserimento ordini. Nelle giornate piu’ tranquille, l’amministratore ha modo di esplorare alternative, contribuendo a R&D. Non e’ comunque un’attivita’ strutturata, ma saltuaria. Le piattaforme per fornitori sono multiple, richiedendo diverse credenziali di accesso. Per semplicita’, si una la medesima password, contrariamente alle pratiche consigliate di gestione degli account online. Medio. L’amministratore ricerca nuove tecnologie e contribuisce all’appagamento della curiosita’ personale e alla crescita aziendale, pero’ la mancanza di una struttura del processo la rende praticamente dipendente dagli algoritmi di marketing delle piattaforme, probabilmente non sempre allineati con gli obiettivi aziendali.
Note finali Alcuni giorni sono piu’ difficili di altri in ufficio, e priorita’ maggiori richiedono la cancellazione dell’attivita’, o la delega a personale meno esperto i cui tempi sono frequentemente raddoppiati. La stessa attivita’ e’ richiesta quando vengono pianificati interventi di maggiore valore aggiunto, per assicurarsi di prendere impegni con i clienti finali avendo adeguata copertura dei componenti.

Una versione iniziale dell’analisi è stata condivisa con l’amministratore, il quale ha fornito preziose aggiunte che sono state integrate nell’elaborato finale.

La valutazione complessiva del consulente:

  • Il processo non è solo inefficace, ma anche poco propenso a passaggi di consegne in caso di mancanza dell’operatore principale, rendendolo un anello cruciale della catena di approvvigionamento, con i conseguenti rischi.
  • L’amministratore si conferma qualificato e disponibile a continuare l’attività di R&D, come anche confermato dalla dirigenza. La modalità corrente è pero’ inadeguata e beneficierebbe di revisione/strutturazione. Pur essendone i dettagli fuori dallo scopo di questa consulenza, si comincia innanzitutto a liberare il tempo necessario per almeno esplorarne la fattibilità.
  • Si confermano le impressioni negative emerse durante la prima intervista (inefficienza e inefficacia del processo, rischi connessi), e si suggerisce di individuare soluzioni per le seguenti necessità:
    • garantire l’accesso per consultazione alle informazioni su inventario dei componenti: supporta la pianificazione degli interventi
    • assicurare un’indicazione in tempo reale quando un articolo scende sotto una soglia individuale predefinita: riduzione del rischio di scendere sotto livelli minimi di operabilità
    • rendere disponibile un accesso rapido alla pagina di piazzamento degli ordini: efficienza
    • generare una pianificazione mensile e trimestrale degli ordini dei componenti consumabili: permetterebbe di negoziare termini più favorevoli con i fornitori
    • generare una pianificazione semestrale degli ordini dei componenti a maggiore valore aggiunto: alcuni di questi componenti hanno tempistiche di consegna a volte elevate; non basta ordinarli quando finiscono. risolvere le cause delle abitudini di usare la stessa password per diversi portali
    • assicurare l’allineamento con gli altri obiettivi della consulenza

Analisi di processi o soluzioni IA disponibili sul mercato

In questa fase, il consulente lavora autonomamente per ricercare soluzioni da proporre al cliente per mitigare o risolvere le problematiche individuate. Ogni proposta viene integrata con l’esperienza maturata durante l’analisi, e viene cosi’ annotata con possibili costi e benefici giudicati dal consulente, che verranno poi discussi con l’azienda.

Nota

Anche se formalmente questa fase vede il consulente lavorare autonomamente, nella pratica si cerca di evitare di perdere tempo nell’analisi di soluzioni che non sono chiaramente applicabili al contesto (ad esempio, richiedono un investimento finanziario decisamente fuori luogo, o richiedono un set di conoscenze da parte degli operatori non raggiungibile in tempi sensati). Questo avviene tramite uno scambio di informazioni sull’ avanzamento ricerche con i diretti interessati, concordato anch’esso in fase di discussione del contratto con la dirigenza e limitato nei tempi e modi sempre da accordi precedenti, nel rispetto reciproco della disponibilità ed esigenze organizzative. Ad esempio, una gestione del magazzino tramite bracci robotizzati e robot mobili permetterebbe sia agli operatori che agli installatori di non entrare nemmeno nel magazzino, semplicemente attendendo alla porta i componenti richiesti e tenendo traccia delle scorte in tempo reale, ma richiederebbe una completa ristrutturazione degli spazi ed un investimento economico non giustificato. Anche se questa soluzione figurerebbe bene in una relazione, il consulente non perderà tempo nell’analizzarla, in quanto non ci sono possibilità che venga discussa.

Continuando l’esempio dell’obiettivo “ottimizzazione amministrativa”, emergono rapidamente due esigenze chiave a monte delle necessità individuate:

  1. esigenza di gestione del magazzino tramite software;
  2. esigenza di tracciatura computerizzata delle scorte.

Vengono inoltre ricercate due soluzioni aggiuntive rispetto alle due precedenti:

  • realtà aumentata
  • intelligenza artificiale di predizione di andamenti dell’inventario

Gestione del magazzino tramite software

Vista l’aumentata dimensione dell’azienda, e le previsioni di lenta ma continua espansione, una soluzione software è necessaria per la scalabilità della gestione degli articoli.

Esistono in commercio diversi software di gestione del magazzino, divisi per tecnologie, applicazioni, e integrazioni. Avendo appurato che il team non ha competenze informatiche avanzate, viene preso in considerazione un servizio di Software as a Service (SaaS) con servizio di supporto remoto, ed escluse soluzioni risiedenti in azienda (on premise).

Vengono individuate tre opzioni:

Software di gestione di magazzino generico

coprono le esigenze comuni della gestione magazzino (tracciamento scorte, ordini, reportistica). Sono facili da utilizzare, versatili e applicabili in diversi settori. Hanno un costo relativamente contenuto.

non hanno in genere supporto per rispondere a esigenze specifiche del settore (ad esempio, probabilmente difficile integrare con piattaforme di gestione degli ordini). In genere, non hanno supporti di IA di predizione della domanda.

Software di gestione di magazzino specialistico

possono includere più funzionalità specifiche per il settore, quali possibilità di ricerca per parametri di settore, e in genere più personalizzazione.

maggiore costo, minore flessibilità e rischio di maggiore dipendenza da un fornitore specifico.

Software di gestione di magazzino integrato in ERP

integrazione totale nei processi aziendali.

serve che ci sia un ERP, il cui costo è elevato e l’implementazione complessa.

Altri criteri di scelta, che verranno sottoposti a valutazione da parte della dirigenza, sono la possibilità di salvare gli accessi ai portali dei fornitori con nome utente e password in un password manager, in modo da utilizzare password robuste e uniche.

Tracciatura computerizzata delle scorte

Per tracciare le scorte vengono prese in considerazione due opzioni:

  • tracciamento articoli usando codici a barre

    costo più accessibile, tecnologia standardizzata e più semplice, possibilità di utilizzo anche tramite smartphone

    le etichette devono essere visibili e pulite

  • tracciamento articoli usando RFID

    automatismo nella scansione, non serve la linea visiva ma si puo’ rilevare anche il contenuto di un contenitore, i tag possono essere riprogrammati e riutilizzati.

    soluzione più costosa e complicata da implementare, la lettura puo’ essere influenzata da materiali particolari.

Questa tecnologia verrebbe utilizzata sia dall’amministrazione per gli articoli in entrata che dagli operatori per gli articoli in uscita, tramite scanner di codici a barre portatili. Inoltre, il software gestionale darebbe la possibilità di caricare eventuali manuali e datasheet, rendendoli cosi’ disponibili sul campo scannerizzando il codice a barre con il proprio smartphone.

Realtà aumentata

Utilizzando visori, o app installate su smartphone, gli operatori possono ricevere indicazioni su dove muoversi all’interno del magazzino per raggiungere determinati articoli, velocizzando le operazioni di accesso. Questo faciliterebbe l’approvvigionamento anche da parte di personale inesperto sulla disposizione degli articoli.

Intelligenza artificiale predittiva

Esistono numerose applicazioni dell’intelligenza artificiale cosiddetta “predittiva”, che cioè analizza dati storici per predirre l’andamento di variabili nel futuro. Applicata alle scorte di magazzino, l’IA puo’ aiutare a prevedere i flussi futuri dei componenti, e supportare le decisioni sugli approvvigionamenti.

È importante notare che maggiori sono i dati storici disponibili, e migliore puo’ essere il modello predittivo, soprattutto per materiali che non risentono del cambio tecnologico (ad esempio, materiali di fissaggio e consumabili). Degno di investigazione è se conviene addestrare l’IA con dati storici, o partire da zero e accettare un inevitabile periodo di avviamento in cui predizioni sono impossibili.

Intelligenza artificiale generativa

Vi sono applicazioni che sfruttano i moderni LLM per gestire chatbot in cui l’operatore dialoga con l’assistente usando linguaggio naturale. Queste possono supportare l’operatore sul campo che necessità di informazioni su installazione o messa in opera, senza bisogno di cercare manualmente nell’indice del manuale ma ponendo la domanda con una richiesta a voce e lasciando all’IA il compito di cercare le informazioni sui data sheets.

Preparazione e distribuzione del questionario

Il consulente preparerà un questionario per condividere con tutti i diretti interessati in azienda sia l’analisi che le idee emerse nei passaggi precedenti. Gli obiettivi della raccolta di questi dati sono molteplici:

  • assicurarsi che le idee non siano percepite come calate dall’alto, ma siano condivise con tutti i diretti interessati;
  • fornire quante più occasioni possibili per far emergere particolari magari fino a questo momento rimasti inosservati e che possono informare le scelte successive;
  • fornire possibilità di riscontri e commenti sulle idee proposte.

Come per il questionario di raccolta dei dati quantitativi di monitoraggio delle iniziative, anche questo sarà reso disponibile online e verrà lasciato un tempo adeguato per la compilazione. Sarà composto per la maggior parte di risposte multiple, ma con possibilità di lasciare commenti in forma testuale. Verrà anche aperta una casella postale protetta dove le persone potranno lasciare commenti in forma anonima, cosi’ da stimolare anche commenti critici o scomodi senza esporsi.

Analisi dei risultati e preparazione dell’agenda del workshop

Il consulente raccoglierà i risultati dei questionari distribuiti, e preparerà l’agenda per il workshop in presenza.

Questo puo’ essere di diversi tipi, ad esempio:

  • una discussione di idee già delineate, per far emergere punti deboli e potenziali conflitti od opportunità fino al momento nascoste;
  • una valutazione di diverse opzioni, su cui la dirigenza non puo’/vuole decidere autonomamente senza una discussione aperta;
  • un brainstorming dove si parte da un foglio bianco e, sotto la guida e moderazione del consulente, si delineano idee, possibilità, opportunità e conflitti.

Nel caso trattato finora, il consulente proporrà un workshop di discussione delle proposte avanzate e dei riscontri emersi dal questionario, e una possibilità di ulteriore discussione a microfoni aperti.

Nota

Durante il workshop non ci saranno presentazioni di idee o di prodotti specifici. Se necessario, queste verranno fatte circolare in anticipo dal consulente e i participanti avranno modo di informarsi per tempo. Si cercherà di non utilizzare il tempo prezioso di una riunione con presentazioni che possono essere fatte in maniera asincrona, ma limitare a casi specifici e rilevanti per la discussione. Nel caso qui sopra, il consulente avrà probabilmente già individuato delle soluzioni precise ed avrà compilato delle brevi schede di presentazione da far circolare in anticipo, cosi’ da fornire qualche dettaglio su cui basare una discussione. Nella discussione si chiederà, ad esempio, come ci si sente nel dover passare a tecnologie nuove, quali sfide si possono prevedere, e altro emerso dai questionari. Se non c’è nulla da discutere, si va avanti.

L’agenda verrà discussa con il committente, insieme alla lista proposta dei partecipanti. Verrà poi fatta circolare per tempo, e verranno raccolte eventuali domande che si potranno già rispondere in anticipo in maniera asincrona.

Moderazione del workshop e raccolta dei risultati

Il workshop verrà moderato dal consulente secondo accordi con il committente ed in base ai riscontri ottenuti fino a questo momento. Sarà responsabilità del consulente prendere le necessarie note e raccogliere domande a cui rispondere successivamente.

Ulteriore priorizzazione e rapporto finale

Il consulente elaborerà i risultati di tutte le attività condotte e produrrà le raccomandazioni di implementazione, con relative analisi di costi/benefici e stime di risorse e tempistiche, cosi’ da informare le decisioni della dirigenza.

Nei casi in cui il workshop serviva a discutere e valutare diverse opzioni, e nessuna di quelle discusse si è rivelata dominante, il consulente preparerà un ulteriore questionario di prioritizzazione, in cui le parti interessate potranno riflettere con calma e a freddo sulle varie opzioni e presentare una propria valutazione, cosi’ da informare le decisioni successive della dirigenza sulla prioritizzazione delle iniziative

Verranno incluse anche le analisi dei dati raccolti per misurare l’efficacia delle iniziative proposte, e verranno proposte per essere aggiornate dopo le eventuali implementazioni. L’attività di consulenza nell’ambito del contratto corrente è quindi terminata, e si potrà discutere se estendere la collaborazione anche per implementazione, monitoraggio e passi successivi.

Attenzione

L’esempio qui riportato va considerato a titolo semplicemente illustrativo: pure utilizzando, nell’analisi e nelle raccomandazioni, pratiche consolidate e di provato successo, ogni azienda è una realtà complessa e unica, e richiede un approccio su misura per ogni esigenza.

Esempio: Miglioramento operativo in un'azienda di ricerche di mercato

Questo caso di studio esamina come una piccola azienda di ricerche di mercato ha affrontato il compromesso tra le crescenti richieste di personalizzazione e il mantenimento di standard di produzione e efficience. Attraverso la collaborazione con il consulente, l’azienda ha individuato punti critici, implementato soluzioni e trasformato il suo approccio alle richieste dei clienti e alla gestione dei dati.

La richiesta

Durante l’incontro introduttivo iniziale, il cliente ha evidenziato la sfida del compromesso tra personalizzazione del prodotto e standardizzazione. Sebbene ogni destinatario di report inevitabilmente richieda un certo livello di personalizzazione dei dati, la preoccupazione immediata non era semplicemente se approvare o rifiutare tali richieste. Il loro obiettivo era invece catturare e tracciare efficacemente queste richieste per prendere decisioni più informate su quali accettare come eccezioni, quali sviluppare come funzionalità del prodotto standard e quali rifiutare.

Insieme, il cliente e il consulente hanno identificato un insieme di opportunità, sia quelle attualmente sotto-utilizzate, sia quelle che potrebbero essere sfruttate attraverso cambiamenti desiderati.

Situazione attuale:

  • Si catturano male le richieste, portando a intuizioni perse o bisogni trascurati.
  • Si allocano risorse di sviluppo a funzionalità a basso rendimento trascurando richieste di clienti VIP che potrebbero generare maggiori profitti e rafforzare le relazioni con clienti più importanti.

Opportunità mancanti per:

  • Personalizzare/mirare messaggi pubblicitari per allinearsi meglio ai bisogni dei clienti.
  • Dare priorità allo sviluppo di funzionalità per cambiamenti fortemente richiesti o richieste di clienti VIP.
  • Migliorare la gestione della conoscenza per supportare i dipendenti che interagiscono con i clienti.

L’accordo di collaborazione

Nell’ambito dell’iniziativa di miglioramento operativo più ampia intrapresa congiuntamente dal cliente e dal consulente, il consulente ha proposto un piano per affrontare i seguenti bisogni:

  • Eliminare la frammentazione dei dati attraverso fonti disperse come post-it, caselle email e strumenti simili.
  • Fornire una visione completa che comprenda tutti i clienti, le richieste, le date, gli stati, i risultati degli incontri relativi all’argomento e le opinioni dei membri del team.

Valutazione iniziale

Data la piccola dimensione dell’azienda, il consulente e il cliente hanno concordato di evitare un’indagine su larga scala e di condurre invece una valutazione iniziale tramite un questionario via email, seguito da un’intervista di 60 minuti con il responsabile dello sviluppo del prodotto. Il consulente ha preparato un set di domande standard coprendo marketing, sviluppo del prodotto e interazioni con i clienti, assicurandosi che il formato permettesse risposte flessibili e aperte.

Estratto dal questionario

Marketing

  • Pubblico target:

    • Chi sono i tuoi principali clienti target?
    • Qual è la tua proposta di valore unica rispetto ai concorrenti?
  • Canali di marketing

    • Quali canali di marketing (ad esempio digitali, tradizionali) utilizzi attualmente?
    • Come misuri l’efficacia di ciascun canale?
  • Contenuti e messaggi

    • Quali tipi di contenuti produci (ad esempio, blog, video, annunci)?
    • Come gestisci e mantieni la coerenza del marchio?
  • Metriche e analisi

    • Quali indicatori chiave di prestazione (KPI) monitori per il successo del marketing?
    • Con quale frequenza analizzi le prestazioni del marketing?
    • Come utilizzi i dati per perfezionare le tue strategie di marketing?

Sviluppo del prodotto

  • Roadmap del prodotto

    • Come definisci e dai priorità alle funzionalità o ai miglioramenti del prodotto?
    • Quali processi sono in atto per raccogliere e integrare il feedback dei clienti nello sviluppo?
    • Con quale frequenza aggiorni la roadmap del prodotto?
  • Innovazione e test

    • Come identifichi opportunità di innovazione nelle tue offerte di prodotto?
    • Quali metodi utilizzi per prototipare e testare nuove idee?
    • Come garantisci il controllo qualità durante lo sviluppo del prodotto?
  • Collaborazione e risorse

    • Come collaborano marketing, vendite e R&D durante lo sviluppo del prodotto?
    • Le risorse allocate allo sviluppo del prodotto sono sufficienti per i tuoi obiettivi?
  • Time-to-market

    • Come gestisci il ciclo di vita del prodotto per bilanciare velocità e qualità?
    • Quali sfide affronti nel portare i prodotti sul mercato rapidamente?

Servizio clienti/scoperta/sviluppo

  • Onboarding clienti

    • Qual è il tuo processo di onboarding per nuovi clienti?
    • Come stabilisci aspettative e comunichi le consegne ai clienti?
  • Supporto clienti

    • Quali sistemi sono in atto per gestire richieste e problemi dei clienti?
    • Come misuri e monitori la soddisfazione dei clienti?
  • Insights sui clienti

    • Come raccogli e analizzi il feedback dei clienti per informare le decisioni?
    • Quali metodi utilizzi per identificare bisogni emergenti dei clienti?
  • Retention e sviluppo

    • Quali strategie utilizzi per trattenere i clienti esistenti?
    • Come identifichi e persegui opportunità di upselling o cross-selling?
    • Come misuri il valore a vita dei tuoi clienti?
  • CRM

    • Quali strumenti o sistemi utilizzi per gestire i dati e le interazioni con i clienti?
    • Come garantisci che tutti i dati relativi ai clienti siano accurati e aggiornati?

Consolidando le risposte ottenute dal questionario e dall’intervista di follow-up, i risultati principali rilevanti per il caso studio sono riassunti come segue:

  • Piano di marketing strutturato: L’azienda conduce campagne pubblicitarie regolari, mantiene un coinvolgimento costante sui social media e distribuisce newsletter. Le analisi vengono effettuate attraverso strumenti di monitoraggio del traffico e di tracciamento delle conversioni.
  • Gestione del prodotto: Esiste un sistema semplice ma organizzato per la gestione della pipeline dei prodotti e del loro ciclo di vita.
  • Utilizzo di un CRM: L’azienda utilizza un ERP/CRM SaaS per monitorare i contratti dei clienti e le consegne.
  • Registrazione delle interazioni con i clienti: Viene utilizzato un foglio di calcolo condiviso per registrare tutte le interazioni con i clienti. I membri del team aggiungono le voci in tempo reale e, dato il volume relativamente basso, non si sono verificati conflitti di versionamento.
  • Richieste dei clienti: Le richieste vengono ricevute attraverso vari canali, inclusi email, chat e telefono, in qualsiasi momento della giornata. Queste vengono registrate direttamente nel foglio di calcolo o annotate su carta se i membri del team sono lontani dalle loro postazioni.

Progettazione della Soluzione

Il consulente ha riesaminato i materiali raccolti da una nuova prospettiva, riformulandoli per delineare un percorso che affrontasse i bisogni individuati. È stato presentato al cliente un elenco di miglioramenti proposti:

Integrare il flusso di lavoro della gestione del prodotto nell’ERP/CRM:

  • Abilitare la visibilità sulle sottoscrizioni di ciascun cliente e sullo stato di qualsiasi sviluppo del prodotto a cui sono iscritti o interessati.
  • Ridurre la frammentazione generale dei dati consolidando le informazioni.

Integrare il piano di marketing nell’ERP/CRM:

  • Includere il ciclo di vita delle relazioni con i clienti, inclusi contratti e attività di marketing, per informare le future campagne di marketing.
  • Eliminare i silos di dati consolidando tutte le informazioni di marketing all’interno dell’ERP/CRM.

Integrare il meccanismo di registrazione delle interazioni con i clienti nell’ERP/CRM:

  • Implementare un sistema per registrare le interazioni con i clienti direttamente nell’ERP/CRM, consentendo una mappatura fluida delle informazioni raccolte ai dati esistenti nell’ERP/CRM.
  • Ridurre ulteriormente la frammentazione dei dati e migliorare l’accessibilità.

Fornire ai dipendenti uno script strutturato per le modifiche ai prodotti:

Dotare i dipendenti di uno script predefinito per le chiamate riguardanti modifiche ai prodotti per raccogliere dettagli cruciali, come:

  • Risultato/beneficio atteso e perché non può essere ottenuto con le funzionalità esistenti;
  • Modifica proposta che potrebbe (presumibilmente) fornire il risultato atteso;
  • Urgenza/tempistiche desiderate;
  • Frequenza d’uso e destinatari;
  • Impatto del mancato intervento.

Assicurarsi che le domande vengano affrontate durante l’interazione iniziale, quando i clienti sono più propensi a collaborare, anziché fare affidamento su follow-up dove la reattività potrebbe diminuire.

Garantire che l’ERP/CRM supporti le seguenti funzionalità:

  • Reportistica Personalizzata: Facilitare un’analisi dettagliata delle migliorie, delle interazioni con i clienti e dello stato degli sviluppi.
  • Accessibilità Mobile: Consentire ai dipendenti di registrare interazioni in tempo reale, anche quando sono lontani dai loro laptop.

Creare meccanismi di reportistica dedicati:

Sviluppare report su misura per tracciare e analizzare i dati sul ciclo di vita dei clienti, l’efficacia del marketing e lo stato dello sviluppo dei prodotti.

Discussione sulla Soluzione

Il consulente ha progettato un questionario da distribuire tra i dipendenti dell’azienda per raccogliere i loro feedback, riconoscendo l’importanza del loro contributo come utenti finali delle soluzioni proposte. Il questionario ha evidenziato i costi e i benefici associati a ciascuna proposta e includeva le seguenti domande:

  • Quali ritieni siano i punti di forza di questa proposta?
  • Quali sono le tue preoccupazioni o obiezioni? Quali potenziali problemi prevedi?
  • C’è qualcosa legato a questa proposta che vorresti suggerire?

Inoltre, il questionario forniva un link a un modulo anonimo per incoraggiare risposte sincere e favorire discussioni su argomenti potenzialmente delicati.

Le risposte sono state raccolte, compilate in un report e presentate alla direzione, che ha deciso di procedere con tutte le proposte suggerite.

Esecuzione

  • Al consulente è stato concesso l’accesso all’ERP/CRM e ai documenti interni, inclusi i registri che tracciavano gli sforzi di marketing e le attività di sviluppo prodotto. Questo ha fornito una comprensione completa della struttura dei dati attuale per pianificare la migrazione.

  • Collaborando con il team, il consulente ha finalizzato un elenco dettagliato di metriche rilevanti da monitorare per ciascuna richiesta di personalizzazione, come urgenza, impatto potenziale, requisiti di risorse e allineamento con gli obiettivi strategici.

  • Il consulente ha integrato i dati sullo sviluppo del prodotto nell’ERP/CRM, incorporando dimensioni personalizzate per monitorare e gestire le richieste di personalizzazione, assicurando che tutte le informazioni fossero centralizzate e facilmente accessibili.

  • Sfruttando le funzionalità di personalizzazione dell’ERP/CRM, il consulente ha creato moduli e flussi di lavoro su misura per catturare i dati delle interazioni con i clienti. Questi moduli sono stati integrati direttamente con l’ERP/CRM e gli strumenti di gestione del prodotto per semplificare le operazioni e mantenere la coerenza.

  • Per dimostrare il valore dei dati integrati, il consulente ha sviluppato un set iniziale di report. Questi hanno permesso al team di analizzare in modo incrociato le nuove dimensioni di personalizzazione monitorate e di ottenere approfondimenti utili sui bisogni dei clienti e sui processi operativi.

  • Il consulente ha collaborato con il fornitore dell’ERP/CRM per progettare un programma di formazione personalizzato per l’azienda, concentrandosi sulla creazione e gestione di report personalizzati, consentendo al team di massimizzare il potenziale dell’ERP/CRM.

  • È stato creato un semplice promemoria con uno script per la gestione delle richieste di personalizzazione. Copie stampate sono state distribuite ai dipendenti, che sono stati incoraggiati a tenerle a portata di mano sulle loro scrivanie per un riferimento immediato.

Conclusione

Questo approccio strutturato ha permesso all’azienda di migliorare i processi di gestione delle richieste di personalizzazione e di rafforzare l’efficienza operativa complessiva.

Eccellenza operativa

Il programma di potenziamento dell’eccellenza operativa ti aiuta ad elevare le tue prestazioni operative attraverso una combinazione di formazione personalizzata e consulenza pratica: identifichiamo inefficienze e suggeriamo strategie efficaci per sostenere miglioramenti nel tempo. Questo programma non solo migliora i processi ma instilla anche una cultura di miglioramento continuo kaizen 改善, posizionando la tua organizzazione per un successo a lungo termine.

Quali problemi andremo a risolvere

Processi inefficienti che portano ad alti costi operativi

Molte aziende faticano con processi obsoleti o inefficienti che risultano in sprechi di risorse, tempi di consegna più lunghi e costi operativi più elevati. Questo servizio di consulenza aiuta a identificare ed eliminare le inefficienze attraverso la mappatura dei processi, l’ottimizzazione dei flussi di lavoro e strategie di riduzione degli sprechi, riducendo infine i costi e migliorando la redditività.

Qualità incoerente e prestazioni scadenti

Operazioni che soffrono di un controllo qualità incoerente o errori frequenti possono danneggiare la reputazione di un’azienda e la soddisfazione del cliente. La consulenza in Eccellenza Operativa aiuta a standardizzare i processi, implementare sistemi di gestione della qualità e promuovere una cultura di miglioramento continuo, assicurando risultati coerenti e di alta qualità.

Mancanza di agilità nel rispondere ai cambiamenti del mercato

Le aziende spesso trovano difficile adattarsi rapidamente ai cambiamenti nella domanda di mercato o alle preferenze dei clienti a causa di processi rigidi o una scarsa allocazione delle risorse. Il servizio di consulenza aiuta a costruire flessibilità operativa migliorando la gestione delle risorse, aumentando la reattività e implementando processi scalabili, permettendo alle aziende di adattarsi rapidamente e rimanere competitive.

Moduli della proposta

Consulenza in efficienza operativa

Ottimizza l'operativita' della tua azienda semplificando le operazioni, riducendo le inefficienze e ottenendo miglioramenti misurabili nella produttività.

Workshop di formazione

Sessioni di formazione flessibili, workshop e casi di studio, materiali formativi personalizzati, compiti e feedback individuale.

Supporto e monitoraggio

Supporto e monitoraggio della efficienza operativa

Industrializzazione e messa in opera

Passare dalla fase di startup all'operatività di una linea di prodotto. Diagnosticare il processo piú efficiente ed efficace per mettere a terra una produzione gestita, finora, come una novità.

Sottosezioni di Eccellenza operativa

Consulenza in efficienza operativa

Questo servizio è progettato per aiutare le aziende a semplificare le loro operazioni, ridurre le inefficienze e ottenere miglioramenti misurabili nella produttività. Inizia con una valutazione approfondita dei vostri processi attuali, identificando colli di bottiglia, sprechi e aree di ottimizzazione. Attraverso una combinazione di analisi dati dettagliata, interviste con gli stakeholder e osservazione diretta, lavoriamo a stretto contatto con il vostro team per comprendere sia le sfide strategiche che operative che affrontate.

Al completamento della fase diagnostica, forniamo un rapporto di consulenza completo che dettaglia le principali scoperte e le raccomandazioni prioritarie per il miglioramento. Queste intuizioni attuabili sono adattate alle esigenze uniche della vostra organizzazione e includono sia soluzioni rapide a breve termine che iniziative trasformative a lungo termine. Il deliverable finale include una roadmap per l’implementazione, oltre a un supporto continuo per garantire che i cambiamenti siano efficacemente integrati e sostenuti nel tempo.

Componenti

  • Analisi e Mappatura dei Processi: I nostri consulenti collaborano con il tuo team per analizzare i flussi di lavoro attuali e identificare colli di bottiglia e inefficienze.
  • Pianificazione Strategica del Miglioramento: Sviluppare una roadmap personalizzata per gli sviluppi operativi, dando priorità alle iniziative in base all’impatto e alla fattibilità.
  • Supporto all’Implementazione: Fornire guida e supporto durante l’esecuzione delle strategie di miglioramento, assicurando l’allineamento con gli obiettivi organizzativi.

Strumenti da utilizzare

Analisi del processo

  • 4V Analysis: volume, variety, variation and visibility; positioning of the process
  • Level of Analysis: supply network, operations, processes

Analisi delle prestazioni

  • Performance Objectives Model: polar diagram of cost, quality, flexibility, dependability, speed.

Possibili beneficiari

PMI nei settori della Manifattura, Logistica o Servizi

  • Beneficio: Posso ridurre gli sprechi, aumentare la produttività e migliorare il rendimento ottimizzando i miei flussi di lavoro e gestendo le risorse in modo più efficace.
  • Perché ne traggo beneficio: Nel mio settore, anche piccole inefficienze possono avere un impatto significativo sulla redditività. Snellire le mie operazioni mi aiuterà a ridurre i costi e rimanere competitivo sul mercato.
  • Perché pagherei per questo servizio: I potenziali risparmi derivanti dal taglio degli sprechi e dal miglior utilizzo delle risorse copriranno ampiamente il costo della consulenza. Questo investimento aiuterà la mia azienda a migliorare le sue performance finanziarie nel lungo periodo.

PMI orientate alla crescita

  • Beneficio: Sarò in grado di creare processi scalabili e sostenibili che gestiscono l’aumento della domanda senza compromettere qualità o efficienza.
  • Perché ne traggo beneficio: Con la crescita della mia azienda, rischio di affrontare colli di bottiglia e carenze di risorse che potrebbero rallentare il mio progresso. Con questo servizio, posso prepararmi alla crescita e prevenire questi problemi prima che danneggino la mia attività.
  • Perché pagherei per questo servizio: Investire nell’eccellenza operativa mi assicura che la mia crescita non venga ostacolata da fallimenti nei processi o inefficienze, che potrebbero costarmi ricavi preziosi e quote di mercato.

PMI in fase di trasformazione digitale

  • Beneficio: Riceverò indicazioni chiare su come integrare nuove tecnologie nei miei processi operativi, adottando il digitale in modo più efficiente.
  • Perché ne traggo beneficio: L’introduzione di nuove tecnologie spesso rivela inefficienze che non conoscevo, il che potrebbe causare disagi operativi. Collaborando con un consulente, sarò in grado di individuare e affrontare questi problemi rapidamente, sfruttando al massimo i miei investimenti digitali.
  • Perché pagherei per questo servizio: Il costo di ottenere una guida esperta sarà molto inferiore alle potenziali perdite causate da errori o ritardi durante la trasformazione digitale. Questo mi aiuterà a implementare i cambiamenti in modo più rapido ed economico.

PMI a conduzione familiare o guidate dai fondatori

  • Beneficio: Posso portare più struttura ed efficienza alla mia azienda senza perdere il tocco personale e l’agilità che mi distinguono.
  • Perché ne traggo beneficio: I processi informali mi sono serviti bene finora, ma con la crescita stanno creando inefficienze. Con il supporto di un esperto, posso formalizzare le mie operazioni senza compromettere i valori fondamentali della mia azienda.
  • Perché pagherei per questo servizio: Non ho le risorse interne o l’esperienza necessaria per gestire questa trasformazione da solo. Assumere un consulente mi fornirà l’expertise necessaria per crescere in modo efficiente e sostenibile.

Aziende con alti costi operativi

  • Beneficio: Sarò in grado di ridurre significativamente i costi operativi individuando le inefficienze e liberando risorse che posso utilizzare per far crescere la mia azienda.
  • Perché ne traggo beneficio: Gli alti costi operativi stanno erodendo i miei profitti e limitando quanto posso investire in altre aree. Riducendo questi costi, posso migliorare il mio margine e reinvestire i risparmi in innovazione o espansione.
  • Perché pagherei per questo servizio: Il denaro che risparmierò riducendo i costi supererà di gran lunga il costo del servizio di consulenza, rendendolo un investimento intelligente per migliorare la mia performance finanziaria.

Workshop di formazione in efficienza operativa personalizzati

  • Principi di Efficienza Operativa: Comprendere i concetti fondamentali delle operazioni snelle, ottimizzazione dei processi e miglioramento continuo.
  • Implementazione delle Migliori Pratiche: Apprendere metodologie e strumenti comprovati come Six Sigma, Kaizen e gestione dell’inventario Just-in-Time (JIT).
  • Sessioni Interattive: Partecipare a workshop, studi di casi e simulazioni personalizzate per il tuo settore e le esigenze organizzative.

Supporto e monitoraggio della efficienza operativa

  • Definizione di metriche di prestazione: Stabilire indicatori chiave di prestazione (KPI) per monitorare i progressi e misurare il successo.
  • Coaching per il miglioramento continuo: Promuovere una cultura di costante miglioramento dell’efficienza attraverso check-in regolari e supporto.
  • Trasferimento di conoscenze: Assicurare che il tuo team sia pienamente in grado di mantenere e avanzare l’eccellenza operativa in modo indipendente.

Industrializzazione e messa in opera

La transizione dalla fase di progettazione o avvio all’industrializzazione rappresenta un’evoluzione cruciale nel ciclo di vita di un processo o prodotto. Durante questa fase, l’attenzione si sposta dalla concettualizzazione e prototipazione alla creazione di un processo industriale scalabile, ripetibile e robusto. Questo passaggio implica il perfezionamento dei progetti iniziali, l’ottimizzazione dei parametri di processo e la selezione di attrezzature e materiali adeguati per soddisfare le esigenze della produzione su larga scala. L’obiettivo è garantire che il processo sia non solo tecnicamente fattibile, ma anche economicamente sostenibile e conforme agli standard industriali.

Le attività principali in questa fase includono la conduzione di prove pilota, la validazione della scalabilità del processo e la gestione delle sfide che emergono nel passaggio da un ambiente controllato a condizioni di produzione reali. Si collabora per identificare i colli di bottiglia, migliorare l’efficienza e garantire che il processo rispetti i requisiti di qualità e efficienza. Durante questa fase vengono inoltre preparati documenti di supporto, come le procedure operative e i registri di conformità, per supportare operazioni coerenti e affidabili. Inoltre, si affrontano attività come la pianificazione della capacità, l’integrazione della catena di approvvigionamento e la formazione del personale per prepararsi all’implementazione su scala completa.

Alla fine di questa fase, il processo si trasforma in un sistema completamente operativo, in grado di raggiungere gli obiettivi di produzione mantenendo elevati standard di qualità, sicurezza ed efficienza. La fase di industrializzazione non solo colma il divario tra innovazione ed esecuzione, ma getta anche le basi per miglioramenti futuri e scalabilità.

Strategia, innovazione e gestione del cambiamento

In un mercato in continua evoluzione, il cambiamento non è solo inevitabile, ma è anche un’opportunità per crescere, innovare e distinguersi. La nostra consulenza in Strategia, innovazione e gestione del cambiamento è pensata per supportare le imprese nell’affrontare le sfide del cambiamento con fiducia, trasformando le idee in realtà concrete e sostenibili.

Guidare l’Innovazione nell’agribusiness

Con un approccio personalizzato, ti aiutiamo a:

  • Rivedere la tua strategia di breve, medio e lungo termine, confrontando con la tua visione e missione. Occhi esterni ed esperti ti possono dare spunti di riflessioni originali e non condizionati.
  • Gestire i cambiamenti organizzativi in modo fluido ed efficace.
  • Identificare nuove opportunità di innovazione e trasformarle in vantaggi competitivi.
  • Creare una cultura aziendale aperta al miglioramento continuo e al progresso.

Che si tratti di implementare nuove strategie, migliorare processi o introdurre tecnologie innovative, siamo al tuo fianco per guidarti verso un futuro di successo. Affronta il cambiamento con la certezza di avere un partner esperto e affidabile al tuo fianco.

Piano d'impresa

Supporto alla stesura del piano d'impresa

Analisi dei bilanci aziendali

Analisi professionale di bilanci aziendali. Valutiamo profittabilità, liquidità ed efficienza operativa per supportare le tue decisioni di business e investimento.

Lead Generation

Trovare e convertire lead di qualità.

PESTLE

Comprendere e anticipare i fattori esterni che influenzano il tuo business, per costruire strategie resilienti e innovative.

Sottosezioni di Strategia, innovazione e gestione del cambiamento

Piano d'impresa (Business Plan)

Un piano d’impresa e’ non solo un utile documento di pianificazione di idee e risorse nella gestione di un’impresa, ma un documento necessario da allegare a molte delle richieste di finanziamento a soggetti privati (banche) o pubblici (pubblica amministrazione, ad esempio agevolazioni da PNRR). Gli istituti di credito vogliono capire non solo se il progetto è sostenibile, ma anche se è indirizzato verso una meta definita. Non solo i dati in sè sono importanti, ma anche come sono organizzati e presentati.

Un consulente puo’ supportare nell’argomentazione delle affermazioni riportate, nelle ricerche di mercato, nell’analisi dell’ambiente circostante, nella pianificazione economica e finanziaria, nella definizione degli obiettivi.

Esso si compone, a grandi linee, di:

  • Descrizione dell’idea imprenditoriale, del profilo e degli obiettivi dell’impresa: visione e obiettivi strategici a medio e lungo termine
  • Proposta di valore: definizione del target di mercato, vantaggio competitivo, catena del valore, e cosa rende l’impresa sostenibile e profittevole
  • Programmi di spesa: sostenibilita’ economica e finanziaria, liquidita’, fonti di finanziamento
  • Caratteristiche del mercato: analisi dell’ambiente esterno all’impresa, come concorrenza, saturazione dell’ industria, etc
  • Strategie aziendali: piano di marketing, descrizione dell’operativita’, strategie distributive, relazione con la clientela
  • Risorse/attività chiave e partnership strategiche: asset tecnico/produttivi, soluzioni tecniche, risorse chiave
  • Adempimenti e vincoli: normativa di riferimento, autorizzazioni necessarie
  • Aspetti economici del progetto e prospettive di sviluppo: struttura dei costi (fissi e variabili, diretti e indiretti), modello di revenue
  • Soluzioni innovative caratterizzanti l’idea progettuale proposta: eventuale adozione di soluzioni innovative sotto il profilo organizzativo, produttivo e commerciale

Analisi dei bilanci aziendali

Il vostro partner per decisioni informate

Il nostro servizio di analisi standardizzata dei bilanci (stato patrimoniale, conto economico, rendiconto finanziario) offre una valutazione chiara, oggettiva e focalizzata sugli aspetti che vi interessano della performance economico-finanziaria di un’azienda a vostra scelta. Approfittane, magari prima di intraprendere qualsiasi rapporto commerciale significativo, effettuare un investimento o semplicemente valutare un concorrente.

Cosa offriamo: una visione chiara oltre i numeri

Il nostro servizio standard prevede l’analisi dettagliata dei bilanci più recenti disponibili (o di un periodo specifico da voi indicato) dell’azienda di vostro interesse. Ci concentriamo su quattro aree chiave per fornirvi un quadro completo:

  • Profittabilità

    Valutiamo la capacità dell’azienda di generare profitti dalle sue attività. Analizziamo i margini (lordo, operativo, netto), il ritorno sul capitale investito (ROI, ROE) e altri indicatori per capire quanto efficacemente l’azienda converte le vendite in utili e remunera gli investimenti.

  • Liquidità

    Esaminiamo la capacità dell’azienda di far fronte agli impegni finanziari a breve termine. Attraverso indici come il Current Ratio e il Quick Ratio (Acid Test), valutiamo se l’azienda dispone di risorse liquide sufficienti per coprire le passività correnti senza tensioni.

  • Gestione delle scorte e del capitale circolante

    Analizziamo come l’azienda gestisce il magazzino, i crediti verso i clienti e i debiti verso i fornitori. Indicatori come l’indice di rotazione delle scorte, i giorni medi di incasso (DSO) e i giorni medi di pagamento (DPO) rivelano l’efficienza nella gestione del ciclo operativo e del capitale circolante netto.

  • Efficienza operativa

    Valutiamo quanto efficacemente l’azienda utilizza le proprie risorse (asset) per generare fatturato. L’indice di rotazione degli attivi (Asset Turnover) e altri indicatori specifici del settore ci aiutano a comprendere l’efficienza complessiva delle operazioni.

Contattaci SENZA IMPEGNO per maggiori informazioni

Consulenza per migliorare il processo di marketing di ricerca di potenziali clienti

Trovare e convertire lead di qualità è un processo dispendioso in termini di tempo, specialmente per startup che si affidano a metodi manuali di ricerca clienti. Il nostro servizio di consulenza è progettato per migliorare i risultati di vendita riducendo lo sforzo, garantendo fin da subito trasparenza su tempi, deliverable e investimenti finanziari.

Qual è il ritorno sull’investimento?

Attraverso un framework di consulenza strutturato, otterrai:

  • Una valutazione approfondita del tuo attuale approccio alla generazione di lead.
  • Raccomandazioni personalizzate per ottimizzare i processi e massimizzare i tassi di conversione.
  • Un modello di consulenza a costo fisso e trasparente, per sapere esattamente dove viene allocato il tuo investimento.
Quali bisogni soddisfa?

Molte startup e piccole imprese si affidano a metodi di ricerca clienti manuali e dispendiosi in termini di tempo, spesso utilizzando strumenti come LinkedIn Sales Navigator e inviando InMail individuali. Questo approccio può portare a:

  • Un basso volume o una scarsa qualità dei lead, con conseguente crescita minima delle vendite.
  • Un ROI poco chiaro rispetto al tempo e alle risorse investite nella ricerca clienti.

Il nostro servizio affronta questa inefficienza fornendo un percorso più chiaro e basato sui dati per acquisire più lead e aumentare i tassi di conversione.

È particolarmente indicato per:

  1. Startup e aziende in crescita che desiderano ottimizzare o ripensare la propria strategia di lead generation.
  2. Organizzazioni che richiedono chiarezza immediata su costi e deliverable e necessitano di una visione chiara dell’investimento prima di ingaggiare un consulente.
  3. Team pronti a investire in un processo di consulenza strutturato, ma preoccupati dal tempo e dallo sforzo richiesti per identificare le cause profonde delle loro sfide commerciali.

Il Nostro Processo

Sappiamo che la consulenza dipende dalla specificità del problema o dell’opportunità. Tuttavia, per i clienti che desiderano trasparenza immediata su costi e ambito di lavoro, offriamo un pacchetto fisso con fasi, tempistiche e prezzi ben definiti. Il costo finale potrà variare in base alle esigenze specifiche, ma rimarrà all’interno di questa fascia.

Valutazione e Diagnosi (Settimane 1-3) | Gratuita

  1. Settimana 1

    • Questionario: Raccogliamo dati su strumenti attuali, sottoscrizioni, ore di lavoro del team e flusso di lavoro per la preparazione alle vendite.
    • Call iniziale (~1 ora): Analizziamo i risultati del questionario, chiarendo la situazione e identificando opportunità o problematiche.
  2. Settimana 2

    • Follow-up: Scambio di dettagli aggiuntivi via email/IM.
    • Seconda call (se necessaria): Ulteriori chiarimenti sui processi in atto.
  3. Settimana 3

    • Identificazione di un Problem Statement (PS) — il problema o l’opportunità da affrontare.
    • Proposta di un framework di collaborazione basato sul PS.
    • Definizione dell’ambito, della durata e del prezzo, previa approvazione reciproca.
    • Questa diagnosi è gratuita.

Progettazione della Soluzione (Settimane 4-9)

  • Lavoriamo in autonomia per ricercare e sviluppare soluzioni personalizzate per affrontare il Problem Statement.
  • Ogni due settimane (Settimane 5, 7 e 9) riceverai:
    • Un riassunto di una pagina con i punti chiave e le raccomandazioni.
    • Un report dettagliato per approfondimenti.
    • Se serve, una call di aggiornamento e discussione.
  • Testiamo e valutiamo strumenti e approcci adatti alle tue esigenze specifiche.
  • Il tempo stimato per il consulente è di ~2 ore/settimana per raccolta dati, interviste, benchmarking e analisi finanziaria/operativa.

Pianificazione dell’Implementazione (Settimane 10-13)

  • Sviluppiamo un piano operativo dettagliato con attività, responsabilità, tempistiche e risorse richieste.
  • Refiniamo il piano tramite email/IM o call per considerare vincoli, budget e possibili rischi.

Chiusura

  • Forniamo un report finale che include:
    • Un riassunto di una pagina + un documento dettagliato con la soluzione proposta.
    • Un piano di implementazione con risorse necessarie e stime di investimento.
  • Concludiamo l’incarico con una videocall o una presentazione per garantire chiarezza sui prossimi passi.

Prezzi

Il costo totale fisso per questa consulenza è di 1.000 EUR, suddiviso come segue:

  • 550 EUR fatturati alla fine della Settimana 9 (conclusione della fase di Progettazione della Soluzione).
  • 450 EUR fatturati alla fine della Settimana 13 (conclusione della fase di Pianificazione dell’Implementazione e consegna del report finale).

Nessun pagamento è richiesto per la fase di Valutazione e Diagnosi (Settimane 1-3).

Esempio di Problem Statement: ti suona familiare?

La nostra startup investe diverse ore alla settimana nella ricerca di potenziali clienti su LinkedIn Sales Navigator e nell’invio di InMail individuali. Nonostante questo, la generazione di lead rimane scarsa e convertiamo solo una piccola percentuale di questi contatti in vendite. Vogliamo ottimizzare e automatizzare parte di questo flusso di lavoro, ridurre il tempo impiegato e, in ultima analisi, aumentare il nostro tasso di conversione.

Questo esempio di Problem Statement illustra il tipo di sfide su cui ci concentriamo. Attraverso il nostro processo di consulenza strutturato, puntiamo a diagnosticare le cause principali, identificare gli strumenti o le strategie più adatte e sviluppare un piano dettagliato per aumentare l’efficienza delle vendite.

Inizia Ora

Se sei pronto a migliorare e accelerare il tuo processo di generazione vendite, il nostro pacchetto di consulenza ti garantisce trasparenza fin dall’inizio su investimenti e deliverable.

Richiedi una consulenza iniziale GRATUITA con fase di diagnosi inclusa

Decidi poi con piena consapevolezza se procedere con l’intero incarico.

Diagnostica Strategica PESTLE

Per navigare con successo in un contesto sempre più complesso e interconnesso, è essenziale comprendere e anticipare i fattori esterni che influenzano il tuo business. La nostra Diagnostica Strategica PESTLE offre un’analisi approfondita di questi elementi chiave, aiutandoti a costruire strategie solide e ben informate.

Il framework PESTLE esamina sei dimensioni fondamentali:

  • Politico: Normative, politiche governative e stabilità che impattano il tuo settore.
  • Economico: Tendenze macroeconomiche, inflazione, tassi di interesse e dinamiche di mercato.
  • Sociale: Cambiamenti demografici, culturali e comportamentali che influenzano i tuoi clienti e il mercato.
  • Tecnologico: Innovazioni, tendenze digitali e opportunità legate all’automazione e alla tecnologia.
  • Legale: Regolamenti, conformità e rischi legali specifici per il tuo settore.
  • Ambientale: Sostenibilità, impatti ecologici e obblighi ambientali che definiscono la tua responsabilità sociale d’impresa.

Con il nostro supporto, potrai:

  • Identificare rischi e opportunità chiave in ciascuna dimensione.
  • Allineare la tua strategia aziendale al contesto esterno in continua evoluzione.
  • Rafforzare la tua capacità decisionale grazie a una visione completa e strategica.

La Diagnostica PESTLE non è solo un’analisi, ma un potente strumento per aiutarti a guardare oltre l’oggi e pianificare il domani con sicurezza e successo.